«Il calcio a Scampia ha un grande potere di collante sociale, è come un miele» racconta Rosario Esposito La Rossa martedì 30 aprile dal palco del Kantiere di Possaccio alla sala piccola ma straripante di persone. Alle sue parole scattano, spontanei, sorrisi su quasi ogni bocca dei presenti. Rosario racconta di una Scampia diversa da ciò che mostrano i media e ricordano gli stereotipi comuni. Grazie alle sue parole semplici e, nonostante tutto, serene, racconta realtà che rappresentano una via di fuga dalle difficoltà di un territorio intriso di criminalità, povertà e disagi, ma anche una vittoria su queste condizioni. Realtà che rappresentano una scelta, quella di non scappare ma rimanere e impegnarsi a far sbocciare il meglio della propria terra e della propria gente nella condivisione di una passione. L’Arci Scampia è una di queste.
La società calcistica nacque nel 1986 grazie al desiderio, alla forza di volontà e alla gratuita disponibilità di pochi. Iniziò con sette ragazzi e un campetto troppo piccolo per essere considerato un vero campo da calcio, senza reti, senza docce. Oggi sono oltre seicento ragazzi che giocano i campi puliti con l’erbetta corta, tribune, ottimi spogliatoi e porte. Oggi l’Arci Scampia è cuore che pulsa, polmone che respira, bocca che gioisce e braccia che accolgono. L’Arci Scampia è cuore, polmoni, bocca e braccia (anzi, gambe) di centinaia di bambini che mettono il loro impegno e passione nello sport più vecchio e più bello del mondo: il calcio.
Sotto le ali dell’airone racchiude proprio questo. Questo libro è creato con carta riciclata 100%, inchiostro biologico, la licenza Creative Commons e l’obiettivo di farlo pagare non più di dieci euro (affinché la cultura sia a portata di tutti) e di impiegare l’intero ricavato nella creazione di una biblioteca sportiva alla sede dell’Arci Scampia. Ma soprattutto è creato per far schiudere, con le sue tante piccole storie, emozioni e sorrisi. E dignità. Perché L’Arci Scampia è stata anche una battaglia difficile in un quartiere privo di mezzi e risorse di una Napoli bella e crudele.
Rosario Esposito La Rossa è un ragazzo di 24 anni, innamorato, umile e semplice, un ragazzo come tanti. Un giovane, però, che diversamente da quei “tanti” che rinunciano, che si disinteressano o che partono, non ha mai detto, affiancato dall’inseparabile Maddalena Stornaiuolo, «ho già fatto abbastanza». E infatti ha fatto sempre fatto tanto, e di più. Dopo la morte di suo cugino Antonio Landieri, vittima innocente della camorra, «ucciso due volte: dal piombo dei mafiosi e dal cattivo giornalismo», scrive Aldilà della neve, LiberaVoce. Sogni, speranze e delusioni dei ragazzi di Scampia e Mostri. Crea la Biblioteca Popolare dei Ragazzi di Scampia, e’ fondatore del giornale Quarta parete press ed è proprietario della casa editrice Marotta&Cafiero. Nel 2007 fonda l’associazione Vo.di.Sca. in onore di suo cugino e nel 2010 la compagnia teatrale Vo.di.Sca teatro.
Vo.di.Sca come Voci di Scampia, poiché «è proprio la voce ciò che rompe il silenzio». Ma è necessario che sia più di una, che sia un coro, perché «A Scampia non serve fare l’eroe, perché ti ammazzano. È necessario invece partire dalla quotidianità e costruirla insieme pezzo per pezzo tutti insieme». Proprio come l’Arci Scampia, famiglia, gruppo, squadra, ciò che c’è di più semplice e rivoluzionario insieme.