di Adriana Aiello
Si è concluso domenica 28 aprile, dopo tre intensi giorni di formazione, il II Raduno dei Giovani di Libera in Piemonte. Il campo si è tenuto a Villa Certosa ad Avigliana, in provincia di Torino, un vecchio convento francescano ristrutturato e gestito dal Gruppo Abele, che rappresenta ora un luogo di incontro e spazio finalizzato ad attività sociali e culturali. Proprio qui, gli ottanta e più ragazzi dei quarantun presidi provenienti da tutto il Piemonte, si sono incontrati per condividere riflessioni e lavori realizzati nei gruppi “misti”, di modo che si facilitassero nuove conoscenze, ma anche giochi di ruolo e momenti di svago. In questi tre giorni si sono strette le relazioni fra i giovani attivi sui diversi territori e normalmente lontani, contribuendo all’ampliamento della rete di Libera, una rete fatta di relazioni e condivisione di obiettivi comuni.
E da qui il titolo del campo: “Dal bisogno all’impegno al cambiamento”. I ragazzi, accompagnati dalla segreteria di Libera Piemonte, hanno discusso, durante le attività nei gruppi e durante le assemblee generali, di quali siano i bisogni non soddisfatti della società del nostro tempo e quelli che Libera può soddisfare ma, soprattutto, di come farlo. Sono stati così stuzzicati la creatività e l’ingegno dei giovani presidianti che, al termine del secondo giorno, hanno elaborato sei diversi progetti di azioni in concreto: soprattutto percorsi da portare nelle scuole, da quelle medie alle superiori, a percorsi per gli insegnanti. Percorsi costituiti da incontri con esperti, giochi di ruolo e momenti di riflessione. La sfida che si sono proposti, infine, è stata quella di mettere in atto, entro un anno, almeno uno di quei progetti, ognuno nel proprio territorio.
Come ha ricordato Maria Josè Fava, referente di Libera Piemonte: “I presidi sono il cuore di Libera e questi momenti servono a ricordarci che siamo Libera solamente se siamo insieme”, ribadendo che solo così possiamo dedicare il nostro impegno, che deve essere sempre costante, perché “là fuori” le mafie, un momento di pausa, non se lo prendono mai.