Verbania, la città solidale

di Giada Babino e Irene Pipicelli

“Verbania città solidale” è una rete di associazioni di volontariato verbanesi unite dal comune interesse nei valori costituzionali, nel rispetto dei diritti umani, nella conservazione dell’ambiente, dell’economia solidale, della pace e della convivenza democratica. Questa rete di associazioni, creata l’anno scorso, si occupa di organizzare una festa che ha come scopo la promozione di questi valori attraverso la conoscenza delle persone che vi partecipano, il loro lavoro e attraverso momenti culturali, come concerti, teatro, aperitivi.
La festa si è tenuta quest’anno dal 5 all’8 luglio a Madonna di Campagna. Durante queste quattro serate, altrettante associazioni hanno tenuto momenti di dibattito.

Tra queste, Libera Vco che è stata protagonista della giornata di sabato 7 luglio. All’evento sono stati invitati a partecipare alcuni rappresentanti di Libera Marsala arrivati direttamente dalla Sicilia la sera prima. L’intervento è stato introdotto dal referente del Presidio Giorgio Ambrosoli, Giacomo Movalli che, pur considerando le differenze di percorsi tra due realtà così diverse come Verbania e Marsala, ha sottolineato l’unità di intenti, la forza che unisce dal Piemonte alla Sicilia, tanto da far prendere l’aereo a questi ragazzi solo per raccontarci la loro storia. L’incontro ha avuto come tema la legalità e la vita a Mazara del Vallo (Trapani), dove la presenza mafiosa è molto più visibile e aggressiva e, permeando ogni ambito, costringe chi vuole combatterla a essere sempre vigile e conoscere la propria terra per poter lavorare in modo efficace. A confronto due luoghi lontani con problemi di tipi diversi, ma unite contro la comune causa di questi: la Mafia.

Che la mafia non sia attiva solo in una parte dell’Italia è una realtà con la quale bisogna ormai fare i conti. Un modo per farlo, è sensibilizzare i ragazzi portandoli a vedere coi propri occhi i segni che questo parassita si lascia alle spalle e continua a creare. E sono proprio i ragazzi che, in parte, sono affascinati da questo mondo, grazie anche alla visione distorta di alcuni fatti o a un po’ di superficialità. In alcuni luoghi, infatti, la mafia non è vista come un problema, bensì come una salvezza, che garantisce lavoro a chi non lo trova e protezione a chi la supporta. «A volte, quando un boss viene arrestato, la gente non piange per la felicità, ma per la disperazione» afferma Salvatore Inguì, il referente siciliano. Aprire gli occhi alle persone non è facile, ma è un’impresa davanti alla quale non ci si arrende, perché mollare sarebbe la prima sconfitta.

Alla fine dell’intervento, dopo alcune domande, è stato offerto un aperitivo preparato dai ragazzi del Presidio Giorgio Ambrosoli coi prodotti di Libera Terra. Come infatti detto durante l’intervento dei marsalesi, è proprio questa la chiave del percorso di Libera: costruire la Vita dove la Mafia aveva portato Morte.

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