Comitato Salvagente: l’importanza dei nostri eroi

di Valentina Aiello e Francesco Toto

Giovedì 24 maggio, nella Sala Consiliare di Villadossola, l’associazione ApertaMente ha organizzato il secondo e ultimo incontro del percorso 2012 Viaggiando si Impara, invitando Eugenio Bonolis, referente del Coordinamento provinciale di Libera VCO, e Andrea Zummo, responsabile del Comitato Salvagente, come relatori della serata.
Dopo aver presentato l’associazione Libera, essendo il primo evento in Ossola, Eugenio esordisce illustrando come la mafia abbia potuto estendere il suo controllo sempre più su zone del nord.

Il clima che la mafia ha sempre coltivato e che le ha permesso di agire e reagire liberamente, è quello della silenziosa accettazione e sottomissione, mascherata talvolta dall’indifferenza da parte della popolazione. In questo ambiente le persone più coraggiose, che decidono di fare scelte rischiose, come opporsi alle prepotenze o denunciare, anche a costo di modificare interamente la propria vita e quella dei propri familiari, vengono lasciate sole. Sole non soltanto fisicamente, quando si ritrovano senza i corretti sistemi di sicurezza, ma sole anche all’interno società di cui fanno parte: sole perché non riconosciute come persone da supportare, sole perché quello che fanno non è conosciuto o non è condiviso. Così, non appena ai padroni illegittimi della zona le loro azioni cominciano a dare troppo fastidio, questi «servitori dello Stato, che lo Stato – come disse Giovanni Falcone – non è riuscito a proteggere» spariscono, vengono sequestrati e uccisi, il tutto nell’indifferenza e nell’ignoranza generale.
Cosa blocca la gente dall’interessarsi a uno dei problemi più radicati nel proprio Paese come la mafia? Prima di tutto c’è la paura, ma non è da dimenticare l’ignoranza della collettività a riguardo. Tutte le associazioni che fanno parte della realtà di Libera hanno l’intenzione e lo scopo di far capire che esiste l’antimafia nonviolenta. Ognuno di noi può farla: presenziando agli eventi, organizzando momenti di formazione e riflessione, supportando i testimoni di giustizia, facendo loro compagnia a casa e condividendo sui social network le loro azioni, oppure semplicemente informandosi, ricercando, chiedendo…

Dopo, è il turno di Andrea Zummo che, a soli trent’anni, è già responsabile del Comitato Salvagente, network per la Difesa Popolare Nonviolenta delle persone a rischio di incolumità. Completamente a suo agio con il microfono, Andrea spiega che Salvagente è un progetto portato avanti da Acmos, ambiziosa associazione torinese, votato a tre principali azioni. La prima è la diffusione di informazioni su persone in pericolo come testimoni di giustizia o vittime di soprusi etnici.
La seconda è quella di non lasciare mai sole queste persone a rischio nel momento del bisogno. Letteralmente. Spesso i volontari accompagnano i loro protetti, facendo da scorta nonviolenta quasi per non farle passare inosservate per strada, per dare risalto alla loro battaglia e al loro calvario. Perché di un calvario si tratta: uomini che, come Pino Masciari, conducono una lotta contro un nemico apparentemente invincibile come la mafia e, per farlo, hanno sacrificato la possibilità di una vita normale, di continuare la loro carriera e hanno abbandonato la loro terra. Salvagente tenta di porre rimedio anche a questo, donando a loro e alle loro famiglie calore umano, creando col tempo dei veri legami: questi gesti servono a sostenerli perché la loro battaglia invece di premiarli li punisce, e questo «è profondamente ingiusto».
La terza e ultima azione di Salvagente è la raccolta di fondi per aiutare queste persone e finanziare svariati progetti, tra cui il pagamento dei viaggi dei volontari per accompagnare i protetti. Qui, Andrea Zummo racconta la sua personale avventura ad At-Tuwani, paese di pastori in Cisgiordania che ha scelto di proteggersi dal razzismo delle vicine comunità di coloni israeliane attraverso il mezzo della nonviolenza. Andrea si è recato in questo villaggio insieme ad altri volontari per accompagnare i loro bambini a scuola, lungo il percorso vittime di violenze, e per dare avvio al progetto Colomba, che consiste nella costruzione di un centro multimediale per dare rilevanza alla loro situazione attraverso web.
Ma quella cisgiordana non è la sola direzione in cui il Salvagente si è gettato: Zummo ci parla anche di aiuti destinati al Perù, di soldi che vengono spediti in Messico o nelle case di protetti in località segrete, sparse in tutta Italia.

Salvagente, come Libera, rinnova l’importanza dei nostri eroi con la memoria e la commemorazione e s’impegna attivamente e in modo nonviolento nella speranza di non dover più commemorare nessun altro.

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