Basta e vinci

Da sinistra Federica di Lascio, Monsignor Guenzi, Mauro Croce ed Eugenio Bonolis
di Giacomo Molinari

Mediamente nella provincia del Vco vengono spesi annualmente 1159 euro pro capite per il gioco d’azzardo.
Cinquantaquattro locali attrezzati per l’attività, di cui nove costruiti appositamente, nel solo comune di Verbania; 7,5 per chilometro quadrato nelle zone attive.
Si, stiamo dando i numeri, ma di una ricerca effettuata dal Coordinamento provinciale di Libera VCO su una piaga sociale che affligge la nostra città e con la quale i cittadini e l’amministrazione sono chiamati a fare i conti: stiamo parlando del gioco d’azzardo realizzato tramite slot machine, la cui invasiva presenza sul territorio urbano del comune di Verbania ha fatto balzare la città e, con essa, la provincia, ai primi posti delle classifiche regionali e nazionali per numero di giocatori cronici. Con tutte le implicazioni sociali del caso.
La questione è stata posta al centro di una serata di informazione-dibattito presso “Il Chiostro – Famiglia studenti”, evento organizzato dalle parrocchie di Verbania venerdì 18 maggio invitando un pool di esperti in materia per stimolare la discussione.

Dal palco, si sono alternati gli interventi di Eugenio Bonolis, responsabile del Coordinamento provinciale di Libera Vco, del professor Mauro Croce, responsabile del settore Educazione Sanitaria dell’ASL 14 di Verbania, nonché uno dei massimi esperti europei sul tema delle “nuove dipendenze”, del professor Pierdavide Guenzi, docente di Teologia e Morale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Federica di Lascio, responsabile dell’Osservatorio sul gioco d’azzardo di Libera Piemonte.
Gli ospiti hanno declinato in diversi modi il fenomeno delle slot machine, cercando di eviscerare il perché della sua capillare e rapidissima diffusione sul territorio nazionale e provinciale, a partire da una constatazione; negli anni ’90, secondo il professor Croce, lo Stato italiano intuisce il potenziale “business” delle macchinette mangia soldi, e legifera in maniera più permissiva nei confronti di questa forma di gioco d’azzardo. Da allora, l’offerta quantitativa e qualitativa del gioco (si pensi, oltre alle slot, al proliferare dei vari “gratta e vinci”) è aumentata esponenzialmente, scardinando tutte le dinamiche psicologiche che avevano retto il fenomeno dell’azzardo fino a quel momento.
Da lì in avanti, la piaga del gioco si è allargata colpendo fasce sociali che prima ne erano escluse come i giovani ad esempio, i pensionati, o più in generale chi non dispone di un alto reddito. E questa problematica sta raggiungendo sempre più livelli parossistici: basti pensare al caso, citato dal professore, di un sito internet statunitense dove si può scommettere quotidianamente sull’attuazione o meno delle condanne a morte dei detenuti.

In generale, le nuove dinamiche del gioco, che spesso sono supportate da una pubblicità costruita ad hoc, hanno comportato dei danni sociali elevatissimi, sotto la tutela del monopolio di Stato. Proprio questo è stato il punto di partenza dell’intervento di Monsignor Guenzi, che citando il cardinale Tettamanzi ha sottolineato la «schizofrenia di uno Stato che reprime il gioco illegale, favorendo quello legale».
Diverso invece l’intervento di Federica di Lascio, che ha descritto con precisione lo stretto legame esistente fra gioco d’azzardo, riciclaggio di denaro sporco e usura. Le tre questioni, strettamente correlate fra loro, sono i cardini fondamentali delle “nuove attività” delle cosche criminali; e il Piemonte non è immune dalla loro presenza né dal loro esercizio. E’ peraltro significativo il fatto che le prime operazioni antimafia orientate a scardinare questa dinamica siano partite proprio dal VCO. E’ il caso dell’“operazione Betulla” condotta nel giugno del 1993 e rivolta contro la cosca di ‘ndrangheta presente a Domodossola (che si occupava, tra le altre cose, anche della gestione di alcune bische clandestine nel territorio ossolano); e dell’“operazione Tretre” risalente allo scorso anno che ha posto sotto i riflettori un diffuso giro di truffa, gioco d’azzardo e frode fiscale sui territori del Cusio e del Verbano, nelle province di Varese e Novara, a dimostrazione del grado di radicamento del problema nella Provincia.
Infine ha voluto portare un contributo alla serata anche il sindaco di Verbania, Marco Zacchera, il quale ha chiesto alla rete di Libera di elaborare un progetto comune per contrastare il diffondersi ulteriore del fenomeno del gioco sul territorio. Una richiesta di aiuto da parte dell’amministrazione, che potrebbe portare ad ulteriori sviluppi.

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