Il ricordo e il testimoneIl nostro 25 aprile

di Giacomo Molinari

I suoi piccoli occhi chiari si stringono mentre, appeso al gagliardetto dell’ANPI, ascolta l’orazione ufficiale del professor Begozzi, di fronte al monumento ai caduti.
Si legge in quello sguardo l’emozione che lo assale ripensando alla sua gioventù, a quell’esperienza resistenziale incarnata dallo slavato fazzoletto verde, simbolo della sua brigata, che gli scende sulle spalle. Magari ripensa ai suoi compagni, alle fughe, alle battaglie, ma anche alla gioia di stare insieme, all’amicizia forgiata dalle stesse speranze per il futuro, temprata dal fuoco dei combattimenti.
Arialdo, e Gianni con lui, è una delle figure storiche della Resistenza nel VCO.
E anche quest’anno ha voluto essere in prima fila nelle celebrazioni organizzate dall’ANPI e da Libera per ricordare la Liberazione dal nazifascismo e il lascito da essa consegnatoci.
Due i momenti in cui la cittadinanza di Verbania si è trovata per festeggiare quest’importante anniversario.

24 aprile: la musica al servizio della Memoria
Un vasto corteo ha illuminato con la luce delle fiaccole la notte verbanese, marciando da Piazza Cavour verso il vecchio Imbarcadero al suono delle canzoni partigiane.
La scelta della data e dell’inusuale ritrovo prevista per la partenza della fiaccolata non sono state dettate dal caso. Si è voluto ricordare che, il 24 aprile 1944, le forze nazifasciste fuggirono da Verbania dopo la sconfitta subita ad opera delle brigate partigiane nella battaglia di Intra, qualche giorno prima. Questa vide uno dei suoi scontri più rabbiosi proprio nell’attuale Piazza Cavour dove, tra l’altro, i nazisti assassinarono per rappresaglia tre donne che nulla centravano con la Resistenza, lanciando alcune bombe a mano nella loro casa adiacente la Piazza per creare confusione e avere il tempo di ritirarsi.
All’arrivo all’Imbarcadero, i manifestanti sono stati accolti dai canti e dalla musica del coro “Volante Cucciolo”, ultima creazione dell’ANPI Verbania, che ha dato vita a una serata artistica. Ai nuovi arrangiamenti delle tradizionali canzoni della lotta partigiana, oltre a qualche inedito, si sono alternate le letture, da parte di alcuni ragazzi del presidio Giorgio Ambrosoli, di brevi pezzi teatrali ispirati alle biografie di alcuni importanti personaggi della Resistenza locale. Tra essi, molte donne, per testimoniare come, usando le parole di Gianni Maierna, «senza l’altra metà del cielo, la Resistenza non si sarebbe potuta fare».
Una serata molto partecipata, trascinata dall’energia delle canzoni del coro e dall’emozione dei giovani lettori, incorniciata dalle belle immagini che scorrevano su un telo posto alle spalle dei cantanti e dei lettori. Quei volti di partigiani, di ieri e di oggi – non sono mancate, infatti, immagini di Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano assassinato a Gaza un anno fa, o scatti delle recenti “primavere arabe” -, sembravano sorridere sereni assistendo al passaggio di testimone generazionale tra gli storici combattenti e i giovani che oggi ne portano avanti gli ideali e le speranze, come sottolineato anche da Ettore Puglisi, segretario ANPI e direttore del coro.

25 aprile: “ricordare”, ossia “portare nel cuore”
La celebrazione ufficiale del giorno della Liberazione ha visto anche quest’anno numerose persone raggiungere piazza San Vittore dove, al termine della messa celebrata in suffragio ai caduti, è partito il corteo che snodandosi lungo le principali arterie di Intra ha camminato fino al monumento posto sul lungo lago.
Molti gli ex partigiani presenti, alcuni provenienti da fuori Provincia, da Milano, o da altre località; giovani recatisi sulle nostre montagne per combattere che, al termine della guerra, fecero ritorno alle loro case. Moltissimi i cittadini, qualche amministratore locale e regionale.
Il lungo corteo ha attraversato la città accompagnato dalla banda cittadina, animato dalla grinta degli slogan e dei cori cantati dagli ex combattenti e dai molti giovani presenti, uniti, che hanno scaldato gli animi anche delle numerose persone che hanno assistito alla manifestazione dai bordi della strada.
Una volta giunti di fronte al monumento, è venuto il momento dei saluti ufficiali.
Della presidentessa dell’ANPI Verbania, China Ramoni Bussi, e delle numerose autorità presenti: il prefetto del VCO, il sindaco di Trarego Viggiona e quello di Verbania, il Presidente della Provincia Massimo Nobili e il Presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo.
L’orazione ufficiale è stata tenuta dal professor Mauro Begozzi, per anni direttore scientifico dell’Istituto Storico della Resistenza nel Novarese e nel VCO, oltre che ricercatore di fama internazionale.
Il professore, nel suo lungo intervento, si è voluto concentrare sull’importanza del “rito” nella celebrazione del 25 aprile, «perché serve a creare un sedimento di memoria collettiva, sopra cui edificare il futuro. Ma che non deve diventare solo uno strumento retorico che svuoti il 25 aprile del suo vero significato: quotidianamente vediamo intorno a noi fenomeni preoccupanti, dal razzismo, alla discriminazione, alla volontà di sopraffazione ben rappresentata dagli interventi armati in Iraq e Afghanistan dei quali ancora non vediamo la fine».
Si scalda, si emoziona il relatore nel suo lungo intervento, e più di una volta si gira a guardare da sopra gli occhiali, come solo un professore saprebbe fare, i numerosi giovani presenti, come a lasciar capire che queste parole sono soprattutto per loro.
Chiosa il suo ragionamento con una riflessione sull’importanza del ricordo. «Ricordare è una parola a cui sono molto legato. Etimologicamente significa portare nel cuore. Ed è proprio questo che vi invito a fare: portate nel vostro cuore gli ideali della Resistenza, perché siano vivi e non solo vuote parole…il tempo di crisi che viviamo ci impone questo sforzo. Ricordare, per costruire su questi valori un mondo nuovo».
La memoria, dunque. Ma anche l’impegno che della memoria si nutre.
Ecco quindi che le parole più care alla nostra rete ritornano, come un mantra a cui fare affidamento nel nostro cammino lungo quel sentiero intrapreso 67 anni fa da chi ci ha preceduto, che ora a noi è richiesto di continuare.

Qui, i video della fiaccolata e della commemorazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *