di Gigi Bacchetta e Greta Spanò
Pino Masciari grida con tutto sé stesso nella sala Alessi di palazzo Marino, inchiodando amici e pubblico a un silenzio intenso, che non lascia spazio nemmeno all’eco.
Spesso non serve un microfono per farsi sentire: attraverso i suoi occhi e la sua estrema emozione riesce a trasmettere quello che nessuna parola è in grado di comunicare.
Pino parla in fretta, con un impeto che solo chi ancora sta pagando il prezzo per essere stato dalla parte del giusto conosce.
Non si ferma, non prende fiato, non si siede un secondo e ricorda di non averlo fatto neppure nella propria vita, che lo ha portato ad avere coraggio e a lottare ogni giorno per quello in cui credeva.
La sua famiglia, infatti, fin dall’infanzia lo ha educato ai valori più alti di Stato e di giustizia, rendendolo un uomo pronto a «denunciare i soprusi e patire le sofferenze più profonde che ne conseguono fino a essere disposto a morire per la lotta alle mafie», istruendolo a «non mettere mai in discussione il valore dello Stato e credere nel valore delle Sue istituzioni, sempre, anche quando chi ne svolgeva la funzione non meritava fiducia».
Ora, uomo sposato con una famiglia sua, non concepisce come sia possibile che ci siano ancora troppe persone che si piegano a chi preferisce alla libertà e ai diritti un sistema perverso che premia il potere.
Marisa e i suoi figli lo seguono anche il 16 marzo, giorno in cui Milano conferisce all’imprenditore calabrese la cittadinanza onoraria: sono presenti Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale e Giuliano Pisapia, Sindaco della Città.
Nella sobrietà annichilente della stanza traspare fin da subito familiarità: il sindaco parla dando del tu per condividere maggiormente l’orgoglio e la fierezza del momento. In questa giornata «a ricevere il riconoscimento di cittadino non è solo un uomo che ha avuto tanto coraggio e forza interiore, ma che si è dimostrato esempio luminoso di cittadinanza attiva di cui l’Italia ha estremamente bisogno in questo momento di degrado culturale» come sottolinea la lettera inviata da Napolitano per l’occasione.
Pisapia lo ringrazia con una stima sincera che deriva dall’aver reso onore ai più alti valori di democrazia e libertà.
Inoltre ringrazia i figli di Masciari, nei quali vede la nuova generazione che si impegna nella lotta per un’Italia diversa. Ma non basta la volontà dei singoli, i cittadini italiani hanno bisogno di leggi per poter essere attori di un cambiamento, in uno Stato che deve essere presente e credibile.
Milano ha scelto di esserci in una ribellione collettiva, insieme a Pino e con la commissione antimafia – a cui è affidato il difficile compito di vigilare su EXPO 2015 – per liberare l’Italia intera da un sistema parassitario che sopravvive grazie alla Sua agonia.
Continuiamo a costruire gli argini.