Vento di Potere ‘Ndranghetista

di Camilla Cupelli

«Avete mai giocato a carte? Si possono fare molti giochi con le carte. Quattro semi, le figure, il cavallo, il Re… Chiunque sa che per vincere ci vogliono abilità e fortuna. Poi ovviamente sta al giocatore non farsi ipnotizzare, non cadere in quel labirinto che ti fa perdere il senso della realtà. […] Avete mai provato a guardare ogni singola carta, ma veramente? Vi siete mai chiesti se sia davvero possibile leggerci dentro un destino?». Ad esempio il tre di spade rappresenta una perfetta simmetria, una forza violenta legata da un nastro rosso come il sangue. Le coppe, invece, sono ermetiche, nascondono con cura.
Queste le metafore sottese allo spettacolo Vento di potere realizzato dalla Compagnia teatrale Tromba del trambusto e dal presidio di Libera Harry Loman, in scena per la prima volta venerdì 13 gennaio a Torino. Lo spettacolo richiama l’attenzione sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste nel nord Italia. E di cose da dire, in effetti, ce ne sono molte. La ‘ndrangheta è definita nel rapporto del 2011 della DNA come «la più potente delle mafie italiane», e non solo.

Dopo cinque anni di indagini l’8 giugno 2011, data cruciale per l’operazione piemontese Minotauro, sono state arrestate circa 150 persone e sequestrati beni per un totale di quasi 120 milioni di euro. All’alba dell’estate del 2011 i cittadini piemontesi non hanno potuto fare a meno di constatare la massiccia presenza della criminalità organizzata nei territori del nord Italia.
Il dato allarmante è il rapporto continuo e resistente della ‘ndrangheta con la politica locale: coinvolti nelle indagini, che riguardano la scoperta di almeno nove locali ‘ndranghetiste nel torinese, sono molti esponenti politici. Oltre a Nevio Coral, ex sindaco di Leinì e grande imprenditore della zona, ora agli arresti domiciliari in quanto dalle intercettazioni subite risulta chiara la compravendita di voti per il figlio Ivano del valore di 24.000 euro, gli inquirenti rivelano una trama infinita di rapporti intessuti tra mafia e politica nella nostra regione.
Coinvolte sono le città di Moncalieri, Rivoli, Cuorgnè e molte altre ancora. A Chivasso è stata da poco istituita una Commissione prefettizia per indagare sulle vicende, Commissione già attivata a Leinì e Rivarolo Canavese. A Rivarolo, infatti, Fabrizio Bertot, ex sindaco, pare essersi incontrato nel bar di Giuseppe Catalano, capo ‘ndranghetista, al fine di raccogliere consensi elettorali. Ad Alessandria, terza provincia più importante del Piemonte, Giuseppe Caridi, componente del Consiglio Comunale, nonché Presidente della Commissione Politiche del Territorio, è ritenuto dagli inquirenti addirittura affiliato alla ‘ndrangheta con la dote di picciotto.
I nomi di politici che hanno anche solo intrattenuto conversazioni con noti ‘ndranghetisti come Catalano e De Masi non mancano: Nino Boeti, Mimmo Lucà, Claudia Porchietto, Gaetano Porcino. Anche se nessuno di loro è indagato, intercettazioni ambientali e riprese svelano incontri fortuiti durante le varie campagne elettorali.
Le udienze per alcuni coinvolti nell’operazione sono iniziate già nel settembre 2011: testimone chiave per il processo sarà il pentito di ‘ndrangheta Rocco Varacalli, che facendo i nomi di più di 400 persone coinvolte apre scenari inaspettati riguardanti la criminalità organizzata a Torino: lottizzazioni, traffici di eroina e cocaina, gioco d’azzardo, usura, costruzione dell’alta velocità Torino-Milano e del centro commerciale Le Gru di Grugliasco. Fondamentale è anche la presenza del pentito Rocco Marando.
Le prime due condanne per personaggi coinvolti anche in altre operazioni si sono avute in ottobre: Francesco D’Onofrio e Francesco Tamburi, condannati rispettivamente a 15 e 8 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Nell’ordinanza compare anche il capo d’accusa di 416 ter, scambio elettorale politico-mafioso, quasi una prima volta nelle indagini italiane. Per Giuseppe Catalano, Giovanni Catalano, Carmelo Cataldo e Rocco Zangrà, coinvolti nelle operazioni Maglio, Minotauro e Crimine, proprio pochi giorni fa i Pm hanno invece confermato il capo d’imputazione 416bis.

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