di Giulia Rodari

Novembre è costellato da rilevanti reati legati al denaro: quella che forse è solo la punta dell’iceberg di un giro di usura, con un usuraio e, finora, tre usurati; il procedere delle indagini sul caso Giacomini, scoppiato ormai mesi fa; l’aggiornamento dei numeri della più grande operazione locale di contrasto al gioco d’azzardo. E ancora reati vecchi e nuovi…peculato, traffico di armi, turbativa d’asta, detenzione di droga.

A due anni dall’articolo de La Stampa che indicava il Verbano Cusio Ossola come la provincia a più alto rischio di usura in Piemonte, compare un caso sostenuto dalle accuse di usura ed estorsione. Duilio Ruschetti, imprenditore dell’azienda Adler che, con sede fittizia, da anni non presentava la dichiarazione dei redditi, è stato arrestato perché «Prestava denaro a tassi astronomici, presentandosi come persona capace di aiutare aziende in crisi di liquidità ma rivelandosi ben presto nella sua natura di usuraio».
Il giro è stato scoperto grazie alla testimonianza di tre imprenditori e individuato in seguito alla segnalazione di alcune operazioni bancarie sospette con ingenti movimenti di contanti.
Ruschetti avrebbe versato sui propri conti correnti una «grande mole di titoli emessi da numerose imprese del nord Italia».

A seguito del coinvolgimento della Seb, la controllata lussemburghese di Intesa, e del suo «amministratore delegato, Marco Bus, indagato per concorso in riciclaggio», anche l’istituto di credito Intesa Sanpaolo collabora alle indagini sul caso Giacomini, avviando verifiche ispettive interne.

Le indagini continuate dopo l’operazione “Fass” conducono a un nuovo arresto, oltre ai cinque precedentemente compiuti con l’accusa «di detenere un vero e proprio arsenale militare» – sequestrati 5740 munizioni, un fucile a canne mozze, venti cartucce e quattro ricetrasmittenti. Si tratta di un giovane domese che, già noto alle forze dell’ordine, sarebbe «coinvolto in un giro di armi da guerra, materiale in gran parte rubato oltre frontiera».

Dalla verifica di “Tretre”, la più importante operazione di contrasto del gioco illegale realizzata attraverso accertamenti eseguiti nei locali pubblici che detengono videogiochi, emerge un’evasione al fisco per oltre 5 milioni e mezzo di euro. Conclusasi nel 2011 dopo tre anni di indagini su tre province diverse, erano stati accertati incassi illegali e, conseguentemente, non tassati per oltre 27 milioni.

Altre indagini, alcuni soggetti delle istituzioni pubbliche ne vengono coinvolti.
Un’inchiesta della magistratura di Verbania su Antonio Ettore Benelli, funzionario dell’ente Parco del Ticino e del Lago Maggiore, si somma alle accuse della procura e della guardia di finanza di Novara di aver intascato soldi pubblici. Quattro dei sei indagati nell’inchiesta sul convitto di Crodo, la struttura realizzata dalla Provincia per l’istituto agroforestale “Fobelli”, andranno a processo nel marzo 2013. Tra questi tre dipendenti della provincia e il titolare di una delle ditte costruttrici: «risponderanno di turbativa d’asta per i lavori di una parte della controsoffittatura» e di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

Lungo tutto il mese sono disseminati i consueti “reati spia”: settantamila euro non dichiarati nascosti nel bagaglio di un passeggero libanese in viaggio su un treno della tratta Ginevra-Milano; il traffico di alcuni pappagalli esotici provenienti da Panama e Messico scoperto dalla guardia di frontiera svizzera; due ragazzi segnalati per droga durante dei controlli all’uscita di scuola; un duraturo giro di “revisioni fantasma”, che permettevano ai mezzi di circolare nonostante non fossero sicuri, sostenuto da un’organizzazione di cui facevano parte anche due residenti nel Vco e un novarese.

Distinguerci, per non confonderci.

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