Spettacolo di danza contemporanea “In Between”

Il percorso di eventi verso il 21 marzo continua: il coordinamento di Libera VCO propone, come secondo appuntamento, uno spettacolo di danza contemporanea sul tema della violenza di genere, dal titolo “In Between” che si terrà venerdì 17 febbraio alle ore 21 presso l’Auditorium Sant’Anna di Verbania (via Belgio, 2).

Raccontare le origini e gli sviluppi umani della violenza significa raccontare la matrice prima del potere mafioso e, più in generale, di tutte le sopraffazioni e le prepotenze che gravitano nella nostra società. Lo spettacolo (regia di Ana Continente e musiche di Gustavo Gimenez Laguardia) nasce da un’idea di Elisa Sbaragli, giovane performer e danzatrice, (coreografia e danza), in collaborazione con La Mejana, Ana Continente Danza, Centro Operativo Artistico SCIGÜL, Cuori di Donna Onlus, Servizio Antiviolenza “Giù le Mani” della Cooperativa La Bitta, tutte associazioni impegnate nella sensibilizzazzione e contrasto della violenza di genere.

Per introdurre al meglio lo spettacolo, abbiamo chiesto all’artista di raccontarci l’origine e le motivazioni che l’hanno spinta a ideare lo spettacolo.

Come nasce l’idea dello spettacolo?

Perché ad un certo punto della mia vita ho trovato il desiderio di poter essere testimone, attraverso il linguaggio del corpo, di “parole” di donne vittime di violenza, narrate ed ascoltate negli anni.
Nasce perché provo un forte legame verso l’associazione antiviolenza Le amiche di Mafalda, che nel comune del mio paese natio in Toscana, si adoperano con costanza e determinazione nonostante le diverse difficoltà di sostentamento, come molti altri centri antiviolenza del nostro paese, a poter sensibilizzare, aiutare, ascoltare e supportare, le vittime di violenza.
Nasce perché delle volte la via di uscita esiste; ed è proprio il messaggio che lo spettacolo In Between vuole lasciare. Trovare il coraggio di potercela fare a tornare a vivere.
Un ringraziamento particolare, va a due persone con cui ho collaborato per la messa in scena dello spettacolo In Between: la regista Ana Continente; coreografa, danzatrice ed insegnante di danza presso la scuola e compagnia Ana Continente Danza di Zaragoza, e il musicista Gustavo Gimenéz Laguardia, autore della colonna sonora.

Come può la danza raccontare, meglio delle parole, che cos’è la violenza?

La danza è il linguaggio del corpo, un corpo che all’interno di questo fenomeno viene annientato, annullato; un corpo che porta dentro di sé ferite, dolori, paure, angosce che restano depositate nel profondo delle loro anime.
Il corpo, a differenza della parola, spesso racconta più di quanto siamo in grado di dire con la nostra bocca.
Il linguaggio del corpo può servire a rendere visibile ciò che la vittima di violenza vive dentro di sé, narrando quei silenzi, quelle vergogne, quelle sofferenze profonde che purtroppo restano radicate per molti anni.

Perché oggi è importante parlare di violenza di genere? Qual’è la percezione del fenomeno in Italia?

È necessario parlarne perché non si può essere indifferenti di fronte a questo fenomeno, che è ormai radicato nel nostro paese.
E’ importante andare a scavare fino in fondo, per poter conoscere le realtà e le gravità di una delle peggiori violazioni dei diritti umani.
Mettere in luce il fenomeno serve per non avere una percezione falsata dello stesso, che genera stereotipi, etichettando la vittima e il violentatore, senza comprendere alla radice i motivi, le persone coinvolte, le vere storie che nel perpetrarsi di soprusi e sopraffazioni possono portare all’uccisione di un essere umano.
Al tempo stesso parlare serve, per chi si fa carico dell’aiuto e sostegno delle vittime, a renderle al corrente dell’esistenza di una via di uscita e che il loro intervento può essere utile ad interrompere un percorso di vita che potrebbe generare casi estremi.

In Italia, purtroppo, si fa molta fatica ad avere una reale percezione della diffusione del fenomeno. I media nel nostro paese sono complici di tutto ciò, dando molto spesso una rappresentazione stereotipata delle donne e degli uomini, non lasciando spazio ad una sensibilità indispensabile per affrontare il fenomeno alla radice.
Allo stesso tempo in Italia si aprono le porte a ciò che accade al di là dei nostri confini, entrando in una rete mondiale per la lotta contro la violenza di genere; ne è un esempio “Non una di meno”, una piattaforma di confronto tra diverse realtà femminili e femministe. Donne che scendono nelle strade e nelle piazze per ricordare le vittime di femminicidio e  riconfermare l’urgenza di una giustizia sociale nel riconoscimento dei diritti delle donne al pari di quelli degli uomini.

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