di Giulia Molli
Quest’anno il “Premio Repubblica dell’Ossola” si è tinto dei colori di Libera: a riceverlo, con grande gioia e soddisfazione soprattutto dei presidi locali, è stato infatti don Luigi Ciotti, presidente e fondatore dell’associazione Libera e del Gruppo Abele.
La cerimonia si è tenuta sabato 10 gennaio a Domodossola, presso Palazzo San Francesco. Il Premio, consegnato a cadenza annuale dal 2013, viene assegnato secondo precisi criteri: a riceverlo sono infatti quelle “personalità che si sono distinte svolgendo nell’età contemporanea un ruolo di particolare rilievo nella vita del Paese per la tutela della libertà di espressione, per il progresso sociale e per l’evoluzione del pensiero in favore della costante riaffermazione dei valori di libertà e di democrazia”.
Sicuramente per il presidio domese è grande la soddisfazione per la scelta della Commissione di consegnare il Premio a Don Ciotti.
Il sacerdote è stato scelto dalla Commissione per il motivo ricordato dal sindaco di Domodossola, Mariano Cattrini, all’inizio della cerimonia: «La sua storia è legata all’Ossola, alla nascita di Casa Don Gianni e lui è una figura emblematica per i giovani poiché incarna i valori della Resistenza a cui tutti oggi dovrebbero ispirarsi e per cui dovrebbero combattere».
Ricevuto il riconoscimento, don Ciotti ha voluto subito mettere in chiaro che il vero vincitore «non è Don Luigi Ciotti, ma la storia di tante persone che qui rappresento. Non io, ma noi» ha sottolineato, ricordando l’importanza dell’umiltà e della responsabilità comune per una lotta a favore della legalità.
E’ proprio la condivisione della responsabilità ad accomunare l’impegno di Libera a quello della lotta partigiana che durante la Repubblica dell’Ossola, come lui ha ricordato, «nei 40 giorni di libertà ha dimostrato che le più difficili utopie sono alla portata del nostro impegno».
La Repubblica dell’Ossola, ha rimarcato don Ciotti, con la sua Costituzione, ha fornito le basi per l’attuale Costituzione Italiana, «troppo spesso solo carta, troppo spesso non messa in pratica». Da qui l’invito ad essere cittadini “sempre” e non “a intermittenza” per una «lotta partigiana non ancora terminata» i cui valori devono sempre essere messi in pratica e perseguiti con determinazione.
In rappresentanza di Libera erano presenti alcuni ragazzi del presidio “Roberto Antiochia” di Domodossola e una rappresentante del coordinamento provinciale.
Dopo la cerimonia hanno avuto l’occasione di presentarsi a Don Ciotti, che ha potuto riconoscere i suoi stessi valori nei volti entusiasti di tanti giovani ragazzi ossolani.
Le sue parole hanno destato speranza e determinazione a non cedere al rischio del pensiero comune, secondo cui gli ideali non esistono o non è possibile realizzarli.
D’altronde, ricordando le parole di Giuseppe Fava, vittima innocente di mafia: “A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare?”