22 marzo 2014, ore 10 di mattina. Sulle strade di Latina si snoda il corteo di centomila ragazzi, adulti, anziani che, da diciannove anni, si danno un appuntamento, celebrando la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Quest’anno, Libera VCO ha partecipato con circa quaranta persone; quattro di queste raccontano quella giornata.
“Eravamo quasi centomila persone che, raggruppate da ogni città della penisola, provenienti da svariate realtà, il giorno 22 Marzo ci siamo ritrovati nella città di Latina per commemorare il ricordo di tutte le vittime di mafia.
Il corteo, dopo essersi formato nella strada principale intorno alle ore 9, si è incamminato, percorrendo le vie della città. Erano numerose le bandiere che portavano il logo di Libera, la grande associazione che ha organizzato questo speciale evento, fondata da don Luigi Ciotti nel 1995, nella quale centinaia di migliaia di persone credono e per la quale s’impegnano a combattere la mafia in Italia.
Il grande e movimentato corteo ha raggiunto la piazza principale, Piazza del Popolo, dove, al di sopra di un palco, sono stati letti con grande rispetto i nomi delle oltre novecento persone innocenti che la mafia ha strappato ai propri cari.
Infine, il presidente e fondatore don Ciotti ci ha incoraggiato tutti con un caloroso discorso, ricco di volontà e di coraggio, lasciandoci ammirati e sicuri di noi stessi. Lui è la nostra guida, e noi ci lasciamo guidare, per un bene comune.” (Paolo Dezuanni)
“La manifestazione svoltasi a Latina il 22 marzo, è stata la prima a cui ho partecipato e posso dire che è stata una magnifica esperienza. Ho percepito tanta allegria e solidarietà trasmessa dai molti ragazzi presenti, nonostante le loro differenti età. Questo secondo me è stato un aspetto fondamentale perché, sempre più raramente, si vedono così tanti giovani provenienti da luoghi diversi uniti da un unico scopo. Se da parte mia è stata la prima esperienza, per altri, che hanno avuto modo di partecipare ad altri simili incontri, è stata l’occasione di rivedersi. Di questa giornata ricorderò con piacere un simpatico episodio avvenuto durante il pranzo, che abbiamo consumato in un prato: un ragazzo del luogo, avendoci osservato dalla finestra, è sceso portandoci dei gelati, scusandosi anche di non avercene per tutti.” (Giulia Danieli)
“Firenze era stato il mio primo 21 marzo nazionale, una novità per me, invece questa volta, dopo un anno con il Presidio, ho affrontato l’esperienza con maggiore consapevolezza e convinzione.
Penso che il momento più emozionante di tutto il corteo sia stato quando ho iniziato a urlare a squarciagola il nome di Lea Garofalo. Ho scelto proprio lei perché la sua storia mi aveva colpito tantissimo. Alle mie prime manifestazioni non avevo mai osato urlare di mia iniziativa, ma quel giorno sentivo dentro di me una grinta che non riuscivo a contenere. Era, ed è importante ricordarla, così com’è importante ricordare tutti , perciò ho emesso il suo nome con tutto il fiato che avevo in corpo, al quale è seguita la frase: ”Lea è viva e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai”. E siamo andati avanti per quasi tutto il corteo a ricordarli. Mai mi sono sentita così partecipe come questa volta. Io e i miei amici cantavamo insieme, poi mi giravo e vedevo che a noi si univano altre voci, voci di persone che non conoscevo, ma tutti eravamo animati dalla consapevolezza che l’importante era essere lì, era quell’istante. Eravamo quasi tutti ragazzi, che venivano da vari posti d’Italia, tutti avevamo passato la notte in pullman per questo momento e, anche se poi non ci saremmo più rivisti, sapevamo che tutti noi stavamo camminando per le strade di Latina per lo stesso obiettivo e per gli stessi ideali e, quando poi saremmo tornati a casa, avremmo potuto dire “Io c’ero”. Cercavo di assaporare ogni istante, sapevo che mi trovavo esattamente dove volevo essere. Mi sono sentita forte.” (Claudia Isoli)
“Libera mi ha insegnato tante cose. Mi ha insegnato l’importanza di informarmi di più proprio sulle faccende che tendono ad essere più occultate dall’opinione pubblica. Mi ha insegnato la determinazione di credere fino in fondo nella battaglia che stiamo intraprendendo. Mi ha insegnato la purezza di questa battaglia, questa battaglia che ha il coraggio di reagire a un nemico violento e spietato con il “semplice” uso della cultura, della collaborazione, dell’onestà e della giustizia. Mi ha insegnato quanto questa battaglia si rifletta sulla vita di ognuno di noi, quanto sia importante non essere lasciati soli.
Da quando faccio parte di questo gruppo meraviglioso, mi sono sempre più resa conto anche di quanto il rispetto dei valori che ci imponiamo non siano aspetti relativi solo all’antimafia. La coerenza, l’onestà, la collaborazione e il coraggio non servono solo a chi combatte la corruzione e la criminalità; sono gli unici mezzi che ognuno di noi ha per vivere la propria vita nel più alto dei suoi significati. Vivere per rendere il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato. Ed ecco perché ho partecipato a quella marcia, ecco perché ho aggiunto anche la mia voce al grande coro che, dicendo “NO” alla mafia, “NO” alla corruzione e alle deleghe, gridava “SI’” alla vita.” (Valentina Aiello)