di Valentina Aiello
Non è mancato il teatro, delicato preludio a una serata di testimonianze, nella campagna contro il gioco d’azzardo Non t’azzardare.
Nell’appuntamento, tenutosi presso Villa Olimpia venerdì 31 gennaio, alcuni ragazzi dell’oratorio Don Bosco, coordinati da Silva Cristofari, hanno proposto lo spot teatrale “Giochiamo davvero”.
Tra gli appena 11 e 13 anni, i giovanissimi attori, interpretando delle slot machine “sagge”, hanno invitato i giocatori ad allontanarsi dai sogni fittizi venduti dalle loro scritte colorate e li hanno invitati a ri-avvicinarsi alla vita sociale e agli affetti. A “giocare davvero”, insomma.
Di seguito allo spettacolo, hanno dato la loro testimonianza gli attivisti del gruppo di consumo critico “Il caffè è più buono senza slot”, che promuove esercenti e gestori di bar che, nella nostra provincia, hanno rinunciato ad allestire le macchinette. Il fatto che le slot si trovino in luoghi così socialmente frequentati e “alla portata di tutti”, non fa altro che rendere ancora più “normale” l’abitudine dei giocatori, facilitando l’innescarsi del circolo vizioso. A testimonianza, hanno raccontato di come tanti gestori ed esercenti abbiano rinunciato al proficuo profitto delle slot: semplicemente, non volevano più vedere la disperazione che queste ultime riuscivano a creare nella gente.
Nella parte conclusiva dell’incontro, è stata data la parola alla responsabile del Servizio Tossicodipendenze (Ser.T.) di Verbania, Sonia Lio. La dottoressa ha illustrato quanto il fenomeno della ludopatia stia incombendo tanto nella nostra provincia quanto nella Regione Piemonte: ad oggi, il gioco d’azzardo è considerato una potenziale dipendenza “senza sostanza”, la cui cura ricopre, quindi, un ambito più psicoterapeutico. Purtroppo i giocatori dipendenti si appellano al Ser.T. solo quando la loro situazione è drammatica, e la loro necessità di ripagare i debiti precede quella di curarsi. Ed è in queste circostanze che i familiari ricoprono una responsabilità particolare: è l’amore, spiega la dottoressa, l’unica cosa che può aiutare queste persone. Quasi allo stesso modo, però, il compito di “guardarsi intorno” ce l’abbiamo noi tutti cittadini: fra i nostri amici, conoscenti e familiari, potrebbe esserci qualcuno che ha bisogno d’aiuto, che ha bisogno di amore. Per questo è importante promuovere il servizi pubblico del Ser.T., che ha tre sedi nella nostra provincia, Verbania, Gravellona Toce e Domodossola.