Ciao Lea

Quattro mani raccontano l’ultimo saluto a Lea Garofalo

IMG_3443Facendosi largo tra la folla e le vetrine luminose dei negozi del centro di Milano, si apre davanti a noi un passaggio sotto i portici. I colori delle bandiere col viso di Lea e dei fiori tenuti in mano dalle persone che riempiono Piazza Beccaria sembrano voler contrastare il cielo grigio che sovrasta la città.
Siamo qui per molti motivi: per offrire vicinanza a Denise, per farle Vedere che non è sola e non lo sarà mai perché la sua storia e quella di sua madre non verranno dimenticate; per un pezzo di responsabilità di cui ognuno di noi ha Sentito di doversi fare carico rispetto alla morte di Lea; per Parlare e continuare a testimoniare perché non cada mai il silenzio su queste vicende e molti altri ancora. Vedo, Sento, Parlo, le tre parole che questa giornata ci ha scritto nel cuore. E poi le parole delle canzoni preferite di Lea e quelle rotte dal pianto di Denise e il silenzio che fa spazio ad un applauso infinito, un battere di mani commosso e così carico di emozione da autoalimentarsi. Secondi, minuti di applausi per colmare la distanza con Denise, per sostituire le parole che mancano, per dire che non vogliamo più piangere le vittime di queste mafie assassine. Grazie Lea, donna forte e coraggiosa. Grazie Denise, che con il coraggio ereditato da lei testimoni l’amore di una madre e porti avanti la necessità di fare giustizia. Non sei sola.

[Sara Trincheri]

IMG_3449Le note delle canzoni che ascoltava in vita, riecheggiavano nell’aria, quasi come se anche lei le stesse ascoltando. Come se fosse stata accanto ad ognuno di noi, sotto ad ogni bandiera innalzata in suo onore. Come se avesse asciugato le lacrime di chi, magari, non la conosceva nemmeno, ma era lì per lei. Come se avesse sorriso agli abbracci, alle parole dedicate al suo nome: Lea Garofalo.
Lea, quella mattina, era in tutti noi. In chi stringeva la mano di un amico. In chi distribuiva i fiori. In chi teneva lo sguardo abbassato sulle proprie scarpe. Era in chi restava immobile ad ascoltare, senza parole; e in chi invece le parole per un ultimo saluto riusciva a trovarle.
Esistono molti tipi di luoghi al mondo. In alcuni ci si trova, anche se non si vuole; in queste situazioni si desidera essere in altri, di luoghi, magari proprio per fuggire alla prima situazione. In altri ancora, si sceglie di restare, sebbene le conseguenze di questa scelta rendano il cuore pesante.
Sabato 19 Ottobre, persone da tutt’Italia si sono svegliate presto, perché hanno scelto di dirigersi verso Piazza Beccaria (MI), il posto destinato ad un Addio.
L’addio ad una donna, morta per il suo Coraggio.
E questa è la nostra Promessa, Lea: il Coraggio del quale stiamo parlando e continueremo a parlare, non verrà sepolto nella terra, ma lo terremo saldamente, quotidianamente nei palmi delle nostre mani.

[Giada Babino]

“Ciao mamma”: quella voce spezzata dal pianto, lontana ma allo stesso tempo vicina a tutti noi, echeggia nella piazza che, anch’essa, sembra avvolgere quella bara e quelle bandiere colorate dall’alto dei suoi palazzi. “Ciao mamma”: l’ultimo commovente saluto che una figlia, chissà da dove, lancia alla bara di sua madre. Ma quel “ciao” è rivolto anche a chi sentiva quella voce, a chi era venuto in quella piazza, a chi assisteva ai funerali di Lea Garofalo. Quel “ciao” è rivolto anche alle bandiere e ai fiori, che quella mattina hanno colorato il grigio cielo di Milano, per ricordare una giovane donna che aveva scelto di stare dalla parte giusta. Quel “ciao” è rivolto anche a chi non ha mai visto, non ha mai sentito, e non ha mai fatto nulla per evitare quello che è successo. Quel “ciao” è rivolto anche ai colpevoli diretti dell’omicidio di Lea e a chi lo aveva progettato.
La giovane figlia Denise, con il suo “ciao”, ha attraversato le coscienze di tutti. Perché quel “ciao mamma” pieno di dignità ha colpito direttamente al cuore. In realtà quel “ciao” ha urlato addosso che non è giusto, non è accettabile, che una figlia sia costretta a nascondersi per salutare la sua mamma; una mamma che ha avuto l’unica colpa di volere il bene della sua piccola, scegliendo di agire per la verità.
E allora uniamoci, a questo urlo: per Denise, che ha il diritto di vivere libera, e per Lea … che da sabato mattina non è più morta.

[Valentina Aiello]

IMG_3446“Abbiate il coraggio di piangere, perché dietro quelle lacrime c’è una morte” ha tuonato la voce di Don Luigi Ciotti: così è stato fatto da molti. Perché sabato mattina a Milano, in quella piccola piazza, sotto quel tipico cielo grigio cenere, c’era la commozione delle persone di tutta Italia che prorompeva, si imponeva e chiedeva attenzione per una donna che di attenzione non ne aveva mai avuta. Finalmente, quel sabato, si è sentita forte la consapevolezza che non si meritava quella solitudine da parte dei media e delle autorità, quella paura e apprensione per la giovane figlia, quella pressione per la sua vita nascosta e sacrificata, ma aiuto, cura, solidarietà. Non le ha avute, né prima, né dopo la sua morte. Ma sabato mattina, quel cielo grigio si è tinto di giallo, arancione e rosa dalle bandiere in suo ricordo. Quelle poche parole stentate della giovane Denise, che chiedevano verità e salutavano la sua mamma sono diventate le parole di tanti. Quella voce rotta dal pianto e fragile si è trasformata in un boato. E quella piccola piazza, è divenuta una piazza grande come l’Italia. Per questo l’impegno che Lea aveva messo per cambiare quel piccolo pezzo di mondo, prima o poi – sono sicura – diventerà il cambiamento di un pezzo di mondo grande quanto lo è stato il loro Coraggio. Perché non ci si arrende, non prima di essersi battuti fino alla fine.
Ciao Lea, ciao Denise.

[Carlotta Bartolucci]

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