Giorgio Ambrosoli: Io ricordo

Foto di Rachele Dalla Savina

di Claudia Isoli e Samuele Giraldo

Venerdì 12 luglio, per le piazze di Intra, i ragazzi e le ragazze di Libera hanno sfidato il cocente sole di luglio per cimentarsi in un originale flash mob e ricordare l’uomo a cui è intitolato il loro presidio, Giorgio Ambrosoli, che nel lontano 11 luglio di trentaquattro anni fa entrò a far parte di quella interminabile lista di nomi che non possono essere cancellati: i nomi di tutte le persone uccise dalla mafia, in particolare le persone che hanno messo in secondo piano la propria vita per rendere migliore il nostro paese.

Una sagoma di Giorgio, una frase, parole, volantini, è stato questo lo scenario che si presentava venerdì nei diversi luoghi di Intra.
Uno squarcio nel silenzio della piazza, una frase urlata con entusiasmo seguita da altre gridate con altrettanto impeto, per far sì che la gente conosca la storia di Giorgio Ambrosoli e si ricordi di lui.
Purtroppo alcune persone sono restate indifferenti davanti a questa scena, ma quelle che si sono fermate ad ascoltare sono rimaste impressionate e, giunto il momento della distribuzione dei volantini, sono venute a informarsi riguardo a cosa succedesse e all’importanza di quest’uomo.
Importanza che fu, ed è tutt’ora, molta.
Nel ’74 Ambrosoli ottenne l’incarico come commissario liquidatore della ormai fallita Banca Privata Italiana di Michele Sindona, da alcuni ricordato come un grande banchiere, il “salvatore della lira” disse Giulio Andreotti, ma a noi meglio noto come criminale e mandante dell’omicidio Ambrosoli.
Dopo aver ricevuto l’incarico, a Giorgio non ci volle molto per sciogliere la ragnatela in cui si era invischiato il finanziere, scoprendo così operazioni finanziarie illecite e i suoi legami con Cosa Nostra. Ambrosoli non esitò mai a rinunciare al caso, anzi fu un uomo onesto e determinato a portare a termine il compito. Non si fece neppure intimidire dalle telefonate anonime che tentarono di spaventarlo. Tuttavia, fu proprio la sua onestà che lo portò alla morte: Sindona era ormai con le spalle al muro e decise di togliere in fretta e definitivamente dalla scena il suo più pericoloso ostacolo.

In quella lontana notte d’estate, la notte tra l’11 e il 12 luglio, mentre Giorgio stava rincasando dopo una serata trascorsa con gli amici, venne ucciso con quattro colpi di pistola dal sicario americano William Joseph Aricò, incaricato da Sindona. Quella notte la sua vita si spense, ma non di certo il suo obiettivo.

E noi, del presidio a lui dedicato, non solo per ciò che ha fatto ma anche perché era solito passare le vacanze nella zona di Ghiffa, ricordiamo ciò che è stato e ribadiamo: “Lui sì che era un uomo importante. Era un uomo coraggioso che decise di affrontare il suo destino, perché, anche se sapeva già che questo lo avrebbe condotto alla morte, decise comunque di proseguire il suo lavoro e di smascherare quel criminale intreccio tra mafia, finanza e politica”.

Le altre commemorazioni di Giorgio Ambrosoli:
https://liberavco.liberapiemonte.it/speciali/commemorazione-giorgio-ambrosoli/

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