Il sette e l’otto ottobre si è tenuto a Torino un seminario di approfondimento sul tema delle Mafie al Nord organizzato da Libera – Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie.
Due giorni di conferenze e seminari che hanno visto partecipare numerosi esponenti della lotta alla criminalità organizzata a tutti i livelli, da quello sociale a quello istituzionale. Alla Fabbrica delle “e” in corso Trapani sono infatti arrivati 500 partecipanti da tutta Italia per seguire gli incontri su uno dei temi più urgenti per il nostro Paese, nonché per il nostro territorio: basti pensare all’operazione Minotauro o all’operazione Crimine per accorgersi della dimensione del problema.
A partire da ospiti come Giancarlo Caselli, Antonio Ingroia, Nando dalla Chiesa e Anna Canepa, ormai amici e compagni di viaggio di Libera, le due giornate hanno visto la partecipazione anche di volti meno noti quali Rocco Sciarrone, sociologo dell’Università di Torino, i figli di Fava e Chinnici e tanti altri ancora.
Ma non vanno dimenticati anche gli esponenti politici che hanno dato il loro contributo alle giornate: dal vicesindaco di Desio Ricchiuti che ha portato con coraggio la sua esperienza di resistenza, passando per il sindaco di Genova Vincenzi; hanno presenziato alle due giornate anche Pisapia e Fassino, sindaci di due delle città del nord più interessate dalla nuova espansione della criminalità organizzata, Milano e Torino. Pisapia, che al mattino di sabato si trovava ad una manifestazione milanese organizzata da Libertà e Giustizia, ha tenuto a precisare che era per lui necessario essere presente anche alla due giorni di Libera per portare un contributo positivo e dare un riscontro politico al seminario: è proprio all’interno della politica che bisogna fare quel passo in più nel contrasto alla criminalità organizzata, e sono sindaci interessati e attenti come questi che possono dare un contributo alla lotta che associazioni come Libera portano avanti quotidianamente sul fronte sociale e culturale.
Al seminario ha presenziato anche don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che ha nuovamente ricordato l’importanza di mantenersi vigili nel mondo politico: «stanno cercando di salire al primo piano», ha detto, riferendosi ad un grado di infiltrazione allarmante. Naturalmente il Presidente ha anche posto l’accento sul fatto che occorra «distinguere per non confondere», un concetto molto caro a Libera: all’interno del fango in cui è caduta la politica italiana bisogna anche riconoscere gli esempi positivi. Don Luigi Ciotti ha definito la nostra una ‘democrazia pallida’, dove le mafie sono sempre più forti, e dove invece la lotta pare in alcuni casi fare decisivi passi indietro: il riferimento all’approvazione del nuovo Codice Antimafia è chiaro. Un testo unico come quello appena approvato non solo cancella la memoria della storia legislativa del contrasto alla criminalità organizzata a partire dalla Rognoni-La Torre, ma indebolisce alcuni degli strumenti fondamentali per un’efficacia di contrasto che sarà sempre più difficile ottenere a livello istituzionale.
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