La storia di Vittorio Arrigoni con gli occhi della madre
di Camilla Cupelli«Non sono arrabbiata, perché non avrebbe potuto fare nulla di diverso». Così Egidia, madre di Vittorio Arrigoni e sindaco di Bulciago, un piccolo comune immerso nella Brianza, reagisce alle domande sulle sue sensazioni al momento della decisione del figlio di restare nella striscia di Gaza durante l’operazione Piombo Fuso.
Vittorio Arrigoni, giornalista ucciso a Gaza il 31 maggio 2011, scriveva sul Manifesto articoli divenuti famosi per la loro chiusa “restiamo umani”. Una frase con la quale i giovani dell’associazione Acmos hanno scelto di intitolare il proprio campo di formazione decidendo di trascorrere a Boves alcuni giorni per riflettere sul tema dell’empatia umana. La prima serata, il 14 luglio, dà l’avvio al campo con un incontro in compagnia di Davide Mattiello, presidente della fondazione Benvenuti in Italia, e la madre di Vittorio.
«Vittorio non si è mai trovato troppo bene a Bulciago, nei pochi giorni che passava lì si chiudeva in casa a leggere, ma per il resto del tempo era in viaggio». Vittorio Arrigoni era un ragazzo semplice, ma che ha sempre avvertito un poco il male di vivere, che ha cercato di sanare partendo a 19 anni per visitare le zone più diverse e disagiate del Mondo, approdando in Palestina. Il giovane ha iniziato lì un percorso di aiuto e sostegno nei confronti dei palestinesi che lo ha condotto alla morte, ma durante il suo percorso ha incontrato diverse realtà, entrando anche a far parte di Salvagente, la rete per la protezione delle persone a rischio ideata da Libera Piemonte.
Egidia racconta la storia del figlio e della famiglia con naturalezza, orgogliosa dell’educazione all’empatia trasmessa in famiglia, riassunta nelle parole di Ernesto Che Guevara che si leggono nell’ufficio della donna: «Siate sempre capaci di sentire nel profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo». La donna si commuove, e invita i giovani all’impegno costante e all’empatia umana. Perché bisogna ricordare che non si può lasciare un popolo che si ama: Vittorio amava i palestinesi, e per questo non se ne è andato in quel tragico periodo di guerra, ma anche gli italiani hanno bisogno di restare umani.