Un’intensa settimana di udienze ha condotto alla conclusione del primo grado del processo Lea Garofalo. Dalla requisitoria del pm, passando per le richieste della parti civili e le arringhe della difesa, per giungere alla proclamazione della sentenza.
Tatangelo, il pm, si esprime con durezza. La collaboratrice di giustizia è stata sciolta nell’acido, la sua storia di 56 chili viene annullata in altrettanti litri di acido. Dopo essere stata sequestrata, legata e torturata nel furgone con cui viene portata in periferia, interrogata e uccisa con un colpo di pistola alla testa in un capannone. Nella notte tra il 24 e il 25 novembre 2009, a Milano.
A volere giustizia resta Denise, la figlia diciannovenne, ora testimone di giustizia sotto programma di protezione. A volere giustizia, contrapponendosi a dei vigliacchi che si sono messi in sei contro una donna. Tra questi, suo padre – ed ex compagno di Lea – Carlo Cosco, a due suoi zii Vito e Giuseppe e al suo ex fidanzato Carmine Venturino.