Presidio “Roberto Antiochia”

Il 14 febbraio 2015, quello che ora è il presidio “Roberto Antiochia” di Domodossola era a Torino presso la “Fabbrica delle E” al coordinamento regionale di Libera: era giunto infatti il momento di ricevere il suo “battesimo”. Più che un punto di inizio quel giorno ha segnato un punto di svolta: quello che per mesi era stato un gruppo di studenti e di amici impegnati nell’apprendere l’alfabeto dell’antimafia grazie all’impegno degli educatori dell’associazione “21marzo”, è diventato anche gruppo di lavoro, partecipazione attiva e confronto. Da allora molte sono le iniziative messe in campo dal presidio: dalla marcia del 21 Marzo a Domodossola nel 2015, in occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia” , numerosi sono stati i progetti attivati sul territorio, come quello sulla tematica dell’usura e del gioco d’azzardo. Fiorente anche la collaborazione con le altre realtà ed associazioni locali che portano avanti sul territorio un impegno di democrazia, giustizia e solidarietà.

 

Roberto Antiochia

Il presidio è stato intitolato a Roberto Antiochia, simbolo di un impegno forte e volontario. Roberto era giovane, ma aveva già maturato un’esperienza importante lavorando nella squadra mobile di Palermo con Beppe Montana. Dopo l’omicidio di quest’ultimo, Roberto ricevette la notizia di un suo prossimo trasferimento a Roma. Pur essendo allora in ferie decise di accompagnare il vicequestore Ninni Cassarà nelle sue delicate indagini su Cosa Nostra.

Il 6 agosto 1985, dieci uomini crivellarono di colpi di kalashnikov il corpo di Roberto, sceso dall’Alfetta di scorta per fare scudo con il suo corpo a Cassarà, che stava entrando nel portone di casa.
Roberto muore a 25 anni. Da quel terribile giorno sua madre Saveria, co-fondatrice di Libera (che ci ha lasciati nel 2001), e suo fratello Alessandro iniziarono a combattere per la verità e per gli ideali di Roberto, gli ideali di tutti i giovani del presidio.