di Giulia Rodari

Il secondo numero della nostra newsletter, simbolo dell’attenzione e delicatezza, della presenza e costanza del nostro impegno.
Il mese di aprile scorre rapido, tra reati finanziari per ormai consolidata consuetudine più frequenti, traffici di droga, reati ambientali e curiose coincidenze che improvvisamente abbracciano la provincia del Vco.

Il 19 aprile il titolo “Non uccise il giudice Borsellino. Era nella mia gelateria a Omegna” scuote le coscienze. Raccoglie le parole di Salvatore Baiardo, per tempo residente nel Cusio, riguardo la permanenza in provincia, a inizio anni ’90, dei fratelli Graviano, pregiudicati di Cosa Nostra. Si concentra in particolare sul 19 luglio 1992, data in cui il giudice e la sua scorta furono fatti saltare in aria, in quanto, sostiene Baiardo, Giuseppe Graviano sarebbe stato con lui a Omegna, rendendogli quindi impossibile l’azionamento del marchingegno per l’esplosione. A conferma delle testimonianze, un posto di blocco dove i due sarebbero stati fermati compiendo il tragitto verso casa.
Due giorni più tardi viene posta sotto sequestro l’ex Cartossi, area industriale ora cantiere per la costruzione di nuovi edifici, dissequestrata pochi giorni dopo. L’accusa: irregolarità nella rimozione di materiale inerte. Di nuovo, dopo l’importante operazione Terra Bruciata che nel 2008 portò al sequestro degli 11mila metri quadrati dell’ex area Indel.
Stesso giorno, la notizia della conclusione dell’ultimo atto giudiziario del crac Finpart, la holding della moda finanziata dall’istituto di credito di Verbania quando era già al collasso. L’ex direttore Giovanni Brumana è assolto, i due ex presidenti della Banca Popolare di Intra Cesare Ponti e Sandro Saini e la consigliera Paola Balzarini subiscono, invece, una condanna a 8 mesi (pena sospesa). Brumana era già stato condannato nel 2010 a tre e anni e mezzo di reclusione per il reato di bancarotta.
Accompagna poi tutto il mese il “caso Devero”, scaturito da un esposto di Ivan Errichiello, imprenditore di Cesara, in cui denuncia politici e amministratori locali di avergli chiesto somme di denaro per affari mai andati a buon fine. Sull’area protetta di Devero e a Crodo: alle Terme di Crodo, all’albergo Cervandone, all’energia idroelettrica. Tra questi, il sindaco di Crodo Rodolfo Corda, il presidente della provincia Massimo Nobili, il senatore Valter Zanetta, il sindaco di Baceno Rodolfo Signorini; oltre a titolari di aziende e società finanziarie.
La maggioranza di Crodo ha avanzato al sindaco la richiesta di lasciare la carica, momentaneamente, ma non è stata accolta. Laddove gli amministratori sono certi che le indagini indicheranno la reale versione dei fatti, Errichiello avanza prove. Tabulati telefonici, un assegno di 15mila euro passato sul suo conto e versatogli dal sindaco di Crodo nei suoi uffici di Lugano per l’acquisto di alcune quote della sua società, la Balcan Consulting Groups.
L’attenzione viene legittimamente richiamata sul gioco d’azzardo, fenomeno che fortemente colpisce il nostro territorio, con la presentazione di una proposta di legge regionale che imposti regole più rigide per l’apertura delle sale da gioco. La paura si concentra su Verbania, provincia piemontese in cima alla classifica regionale, dove il comune, cercando di limitare gli orari di gioco, si è trovata con una richiesta di rimborso milionaria. Anche Libera, sensibile a livello nazionale sul tema, propone insieme alle parrocchie di Verbania un incontro dal titolo “E’ possibile vincere il gioco” venerdì 18 alle ore 21 presso Il Chiostro – Famiglia Studenti.
Un altro incontro segno del nostro presidiare, del nostro prestare attenzione.

Distinguerci, per non confonderci.

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