di Giulia Rodari

A Verbania il 21 marzo, primo giorno di una ritardataria primavera, spira un’aria di cambiamento. È la data in cui i rappresentanti di dieci associazioni e organizzazioni locali vengono chiamate a ufficializzare la costituzione del Coordinamento Provinciale di Libera Vco. Una definizione che racchiude tanta umanità, tanto impegno; un impegno che, fondato sulla sensibilità e specificità di ciascuna, si assume un onere in più: l’antimafia sociale.

Un mese più tardi, questa rinnovata forza alle spalle ci ha spinto a compiere un altro passo avanti, creando una newsletter con cadenza mensile. Uno strumento di dialogo, più che di comunicazione, con la cittadinanza per rimarcare l’importanza degli impegni che portiamo avanti.
Un impegno che è scelta di attenzione e delicatezza; l’attenzione necessaria a riportare la notizia andando oltre il singolo fatto spoglio e la delicatezza voluta dall’incontro con le persone e le loro storie.
Il nostro blog, costruito da articoli di nostra mano, è un tentativo di riconsegnare alla parola il suo peso, politico e comunitario; l’estratto dei prossimi eventi che, resi possibili dalla vicinanza con altre realtà, sono la prova tangibile della nostra presenza attiva e propositiva sul territorio, della nostra volontà di “sporcarci le mani”; la raccolta di articoli presi dai giornali locali è un modo di restituire dignità ai fatti, perché vengano intrecciati tra loro garantendo una migliore comprensione delle dinamiche criminali del territorio.
Questa, non vuole essere passibile di presunzione e arroganza nello spiegare alcuni fenomeni, vuole gli venga riconosciuta la passione di chi cerca di conoscere.

È a inizio mese che alcuni beni in Svizzera finiscono sotto controllo da parte della Guardia della Finanza al fine di comparare il loro valore con i redditi dichiarati dai proprietari. Sono state segnalate tredici lussuose auto di grossa cilindrata, di cui solo una di proprietà di una persona residente in provincia. I controlli hanno mostrato l’incongruenza tra il valore di immobili e il reddito del loro possessore.
Un altro articolo riporta i dati del 2011 riguardo la speculazione edilizia. Con 403 unità immobiliari non dichiarate al catasto – equivalenti di 347 mila euro –, il Vco pare essere un’isola felice in relazione ai dati nazionali.
Stessa pagina di giornale, un sequestro di prodotti contraffatti e pericolosi trattati da persone di nazionalità cinese. Questo porta a oltre 680 mila pezzi contraffatti sequestrati nel Vco dall’inizio del 2012, senza contare quelli dell’anno precedente. Agli ultimi di marzo, il più grosso sequestro effettuato, “operazione Michelino”: 2,5 milioni di pezzi contraffatti e pericolosi tra i negozi di diverse province tra Piemonte e Lombardia.
A due settimane di distanza tra loro, due sequestri di cocaina, nascosta nei bagagli dei viaggiatori su treni partiti da Parigi in transito per Domodossola. Da cinque e tre chili per un valore, rispettivamente, di 500 mila e 300 mila euro.
Giungendo alla fine del mese, un sequestro di 45 mila euro rinvenuti a Domodossola su un treno proveniente, di nuovo, da Parigi; un altro era avvenuto qualche giorno prima.
Sono episodi slegati tra loro, con qualche elemento comune.
Per capirne il significato è necessario fare qualche collegamento, riutilizzando la memoria del passato, e dare rilevanza alla tipologia di reato, relazionandolo alla strisciante cultura dell’illegalità, cultura mafiosa.
L’evasione fiscale, ad esempio, è un fenomeno che va messo in relazione con il riciclaggio in quanto il denaro “risparmiato” verrà poi rimesso nel circolo dell’economia legale con tutte le anomalie conseguenti.
I sequestri di prodotti cinesi non sono, di per sé, particolarmente rilevanti se non li si correla alla manifestazione del fenomeno cinese in quanto istigazione alla prostituzione. Si ha riscontro di questo reato negli ultimi anni con la scoperta una ventina di casa chiuse, con un giro di prostituzione che fatturava oltre 30 mila euro l’anno e collegamenti al cuore della chinatown milanese, via Paolo Sarpi.

Distinguerci, per non confonderci.

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