Quando i nomi diventano volti: la forza della Memoria

XX Giornata della Memoria e dell’Impegno a Domodossola

di Paolo Dezuanni

20marzodomodossola1pubblicoUna sola voce, un solo canto, un solo sogno quello che risuonava, deciso, per le vie di Domodossola, venerdì 20 Marzo. All’alba dell’equinozio di primavera, la stagione delle speranze, una folla di circa 400 giovani e adulti si è radunata in piazza Matteotti, partecipe alla ventesima  Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, per poi dirigersi lungo le vie ciottolate della città, alzando verso il cielo fiaccole e canti.

Una volta raggiunta la piazza della Repubblica dell’Ossola, dove il corteo ha sostato fino alla fine della manifestazione, sono stati letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie, oltre mille nomi pronunciati con nostalgia e rabbia che ricordano le persone scomparse.

Un nome e un cognome, che evocano immediatamente nelle menti dei familiari e amici i loro volti, la loro convinzione e il loro coraggio. Talvolta, la loro “sfortuna”, quando si tratta di tutte quelle persone che sono morte solo perché si trovavano nel “posto sbagliato al momento sbagliato” (come se si potesse decidere in quali luoghi e momenti sia più o meno giustificato l’assassinio deliberato di un innocente). Ma perché ricordare ciascuno di loro? Perché pronunciare tutti i loro nomi, anno dopo anno?
Perché il ricordo rischiara il presente e il futuro, perché è ingiusto che queste persone siano state uccise a causa dei loro sani principi e valori, a causa della loro ineccepibile onestà, oppure a causa di una “svista”, un colpo partito per caso.

Perché, così come molti di loro furono in grado di opporsi alla supremazia mafiosa, alle costrizioni e alle violenze, così noi, giorno dopo giorno, anno dopo anno, scandendo nella folla il loro nome, facciamo in modo che essi ci tendano una mano dal passato e, imitando con convinzione il loro coraggio e la loro dignità, urliamo il nostro disprezzo verso i giochi di potere, verso i contrabbandi di droghe, le tangenti, gli omicidi, i rapimenti, verso quella piaga silenziosa e tutta italiana: verso la mafia.

Venti anni di Libera, venti anni di lotta alla mafia. Il sogno non è continuare a combattere all’infinito, ma poter raggiungere un felice futuro in cui la mafia non sia più un nemico esistente, ma un lontano ricordo.

Perché ricordare? Per non dimenticare ciò che è stato fatto fino ad ora.

Per non dimenticare gli onesti, gli affettuosi, i coraggiosi. Per non dimenticare gli “eroi di tutti i giorni”.