25 aprile: Riflessioni di Liberazione

La mattina del 25 aprile a Verbania si è tenuta l’annuale manifestazione per la Liberazione d’Italia. Per le vie di Intra si è snodato un lungo corteo composto da partigiani e partigiane, istituzioni e cittadini. Il presidio di Libera, al pomeriggio, ha portato in cinque piazze di Verbania le emozioni della mattina, con una flash mob fatto di voci, fiori e ricordi. Tante sono state le riflessioni suscitate dal clima caldo e solidale di questa giornata: riflessioni, in cui, forse, ognuno ha ritrovato il proprio senso e motivazione di Resistenza oggi.

foto di Rachele Dalla Savina

La resistenza siamo noi, voi, tutti
di Silvia Caruso

Con questo 25 Aprile abbiamo ricordato e celebrato la resistenza di 68 anni fa, quando tanti giovani (troppo giovani) partigiani salirono sui monti per fermare l’oppressione fascista.Ma non basta semplicemente far memoria: bisogna ricordare nel senso più nobile del termine. È necessario rimettere nel cuore, fare proprie le storie delle loro tante vite; ma soprattutto continuare, andare avanti a lottare contro le ingiustizie e ogni intollerabile restrizione alle libertà.
L’Italia è un Paese complesso e in una situazione di generale arrendevolezza, l’alternativa è rispondere facendo vedere che la Resistenza continua, che abbiamo assorbito tutto il meglio della nostra storia passata, che siamo ugualmente combattivi. Ed è forse questo che ho visto oggi. Ho davvero compreso cosa sia oggi la Resistenza: siamo noi, voi, chi lotta contro le mafie e l’illegalità come Libera, chi lotta per la pace, chi ricorda la resistenza di un paese lontano indossando la bandiera palestinese, chi ogni giorno fa il suo dovere civico di cittadino onesto per amore della democrazia, chi non ha bisogno di titoli per sentirsi onorevole, chi non vive di apparenze cantate ma fa del proprio quotidiano la sua ragion d’essere e di resistere.

foto di Jacopo De Angelis

«Libertà, il profumo di tutti i giorni»
di Giada Babino
Il corteo cominciò ad avanzare sotto il sole del mattino, che scaldava ed illuminava i nostri visi fieri. La banda iniziò a suonare, la gente a cantare. Un passo alla volta e, ad ogni passo, il ricordo del sorriso di un uomo, di una donna, di un bambino, quel 25 aprile di 68 anni fa. Anche se molti non erano lì con loro. Su di noi, non una nuvola. Quasi un regalo, come se persino la nostra stella più grande volesse donarci un suo abbraccio. Le orecchie tese ad ascoltare i discorsi e le voci di tutte quelle persone che si sono alzate dal letto per scendere in piazza a portare avanti la Memoria e continuare a Ringraziare, anno dopo anno, tutte quelle persone che hanno rischiato e perso la vita per un Futuro Migliore. Un futuro in cui la Libertà non sarebbe dovuta essere solo una parola che si porta via il vento, ma una Realtà, un profumo che si respira tutti i giorni. E la loro Resistenza l’ha riconquistata. E grazie a chi ha avuto Coraggio, ora è quotidiana. 
Il 25 aprile 2013 siamo stati tutti come il grande sole: ci siamo scaldati i cuori a vicenda, abbiamo illuminato le strade, svegliato gli animi delle genti con le nostre voci. E continueremo a splendere Resistendo. Perché la battaglia non è finita qui: c’è ancora molto per cui vale la pena lottare.

foto di Jacopo De Angelis

«Ecco il perché di quel grido»
di Silvia de Medici
La Libertà è figlia di quel 25 Aprile 1945, anno della liberazione d’Italia dall’occupazione nazifascista. Se oggi possiamo vivere in una democrazia è grazie allo sforzo di tutti quegli uomini e donne che hanno combattuto per la nostra patria, che hanno considerato più alto il valore di libertà della loro stessa vita.
Oggi tutto ciò sembra dimenticato, perché scomodo o troppo distante per una generazione sempre più aliena alle proprie radici. Quando si parla del 25 aprile si pensa che sia solo un giorno di ferie o di vacanza da scuola e si sentono commenti come «quest’anno è caduto proprio bene, si può far ponte…».
Per me non è questo. Si tratta di un giorno importante, un giorno per ricordare l’impegno e lo sforzo di tutti quegli uomini che hanno lottato per la conquista di diritti e libertà dell’essere umano. È triste che tutto ciò non venga più commemorato nel giusto modo, solo perché è trascorso del tempo e si tende a dimenticar facilmente i valori. La nostra identità è frutto della conoscenza della nostra storia. Il passato, le azioni di quelle persone sono ciò che permette a ognuno di noi di essere qui.
Ed ecco il perché di quel grido «Ora e per sempre Resistenza!»

foto di Jacopo De Angelis

«Memori del passato, custodi del futuro»
di Carlotta Bartolucci
Sta passeggiando rilassato per piazza Ranzoni e non s’immagina di trovar nient’altro che banchetti sulla sua strada. Invece s’imbatte in un cartellone con dei fiori: «25 APRILE. Ricordiamo affinchè non si ripeta. La resistenza di ieri diviene forza dell’oggi» si legge sulla carta, in mezzo alle rose e ai ciclamini. È perplesso, non comprende cosa succeda. Poi si guarda intorno, osserva il gruppo di ragazze che, per tutta la piazza, è sparso intorno al cartellone. Si guarda intorno e ascolta: Ubaldo Cavallasca, Rosa Zani, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Vittoria Giunti; due partigiani che s’impegnarono nella Resistenza della nostra zona, un generale dell’Arma dei Carabinieri che lottò contro il terrorismo in Italia, la prima donna sindaco in Sicilia che si oppose ai modelli mafiosi e imprigionanti di una Sicilia sottomessa. Allora capisce. Si mette da parte, si ferma, ascolta con grande, maggiore attenzione. Infine applaude. «Brave ragazze, in bocca al lupo a tutte voi» dice commosso. Il 25 aprile, a Verbania, in piazza Ranzoni, quell’uomo, ma anche tanti altri, ha ripensato a ciò che è stato. Il 25 aprile, a Verbania, in piazza Ranzoni, quell’uomo ha pensato a ciò che, in futuro, non dovrà più accadere. Quella persona l’ha compreso, ma è ciò che devono fare sempre più uomini, donne, specialmente i giovani. Perché, memori del passato, si è custodi del futuro solo con l’impegno di tutti, come quelli prima di noi, resistendo per chi verrà.

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