Per imparare, non per morire

di Giacomo Molinari

Anche dietro ai numeri, a volte, si nasconde un’anima.
Diciassette, ventidue, ventuno. Undici, dieci, nove.
Otto.
Segni neri su un foglio bianco, freddi simboli di operazioni algebriche; ma, a volte, momenti cristallizzati di storie che potevano essere e non saranno più.
Come quella di Vito Scafidi, diciassettenne liceale di Rivoli, ucciso dal crollo di un controsoffitto della sua aula all’istituto “Darwin”, nel 2008; come quelle degli otto studenti universitari deceduti alla Casa dello Studente, durante lo spaventoso terremoto dell’Aquila, nel 2009; come quelle dei bimbi della scuola elementare di San Giuliano di Puglia, vittime del crollo del loro istituto durante il terremoto del Molise, nel 2002.
Vite spezzate non da tragiche fatalità, ma dall’evitabile (e colpevole) combinazione di una cinica speculazione edilizia e della cronica mancanza di fondi a cui è costretto il sistema scolastico italiano.Storie ancora da scrivere, interrotte alla prima pagina dall’insindacabile verdetto di un bilancio ridotto sul lastrico.
Oggi abbiamo un piccolo, semplice strumento a disposizione per cercare di porre un freno a quest’emergenza dilagante: destinare l’8 per mille alla scuola pubblica può ridare a quei freddi numeri la fresca dignità di vite che si affacciano alla ribalta del mondo.
E che hanno il diritto di farlo serenamente.

la manifestazione del 22 novembre, a Rivoli – tratta da acmos.net
di Carlotta Bartolucci

Da quasi un anno a questa parte molti personaggi politici come Adriana Bizzarri coordinatrice nazionale di “Cittadinanzattiva”, Vanessa Pallucchi responsabile scuola per Legambiente, Antonio Morelli presidente del Comitato Vittime di San Giuliano di Puglia e il sindaco Mirandola Maino Benatti, insieme agli studenti di tutta Italia, hanno fatto una scelta. Una scelta che a livello simbolico, ma soprattutto a livello concreto, è molto importante: sottoscrivendo la proposta, hanno approvato e sostenuto il disegno di legge presentato ad aprile in Senato dalla senatrice PD Mariangela Bastico su proposta della fondazione “Benvenuti in Italia”.

In cosa consiste? Nella richiesta di offrire la possibilità di destinare la percentuale 8×1000 della denuncia dei redditi all’edilizia scolastica. Questo DDL ha come obiettivo, infatti, quello di fornire, quanto più possibile, una fonte continuativa di risorse per assicurare una messa in sicurezza e un conseguente miglioramento degli edifici scolastici – di cui 27.920 in Italia, secondo il Consiglio Nazionale dei Geologi, collocati in aree ad alto rischio sismico. Un poco che diventa tanto in tempi come questi dove a causa della crisi la scuola è una delle prime a subire.

“Andiamo a scuola per imparare, non per morire” accusano gli striscioni di quegli studenti che si stanno mobilitando in tutta Italia per difendere e ricordare i diritti della scuola. Non a caso in cima alla lista dei firmatari della proposta di legge c’è Cinzia Caggiano, madre di Vito Scafidi, diciassettenne vittima dell’abuso edilizio scolastico. Oltre a lui, il 31 ottobre 2002 nel crollo della scuola a San Giuliano di Puglia morivano 27 bambini con la loro maestra, il 6 aprile 2009 morivano 8 giovani alla Casa dello Studente all’Aquila. Così come, quest’anno, sono crollate le scuole in Emilia Romagna, è crollato il pilastro portante della scuola Villa Bonelli di Roma (che è stato stimolo alla creazione di questo disegno di legge) e, senza andar lontano, è crollata la controsoffittatura delle scuole G. Cantelli di Verbania, proprio nel nostro territorio.

Da qui si comprende come la necessità della sicurezza scolastica sia imperativa. Dunque lo scopo del DDL è anche questo: sensibilizzare affinché si ricordino le vittime di scelte sbagliate, conseguenza dell’incompetenza o dettate dalle leggi della criminalità, ma soprattutto affinché agli imprenditori giunga quest’appello come stimolo, presa di coscienza, rimprovero o incoraggiamento. Per quanto ci riguarda, consiste tutto in una piccola scelta: a chi destinare l’8×1000? Ai “nostri” figli, all’istruzione, alla vita: alla scuola.

2 thoughts on “Per imparare, non per morire

  1. FERRARI GIORDANO ANDREA Reply

    Buona iniziativa.
    Alla scuola, ad un nuovo tipo di scuola, dovrebbero essere destinate risorse importanti.           
    Ricerca, Innovazione, Sviluppo – unica speranza per il futuro, non sono possibili se prima non c’è una Nuova Scuola !

  2. aldo Reply

     
    LA SCUOLA VIVE GRAZIE ALL’IMPEGNO,ALL’ENTUSIASMO,ALLA GRANDE COLLABORAZIONE DI MOLTISSIMI INSEGNANTI IMPEGNATI A QUESTO MERAVIGLIOSO LAVORO DI FORMAZIONE DI UN MIGLIOR FUTURO DELLA SOCIETA’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *