Resistenza, con responsabilità, per il cambiamento

di Valentina Aiello

Nel pomeriggio del 18 novembre 2012, in occasione del terzo Open Day delle Biblioteche del VCO, la biblioteca Aldo Aniasi della Casa della Resistenza di Fondotoce ha deciso di dedicare l’intero evento alla Resistenza alle mafie, collaborando con i ragazzi del presidio Giorgio Ambrosoli.

Nella prima parte dell’evento, è stato possibile per il pubblico visitare la mostra fotografica “Donne e mafia”, fornita dal presidio “Anna Pace” di Libera Alessandria, che rimarrà esposta alla Casa della Resistenza fino a mercoledì 21 novembre. La mostra presenta una raccolta di oltre 130 storie di donne segnate indelebilmente dal contatto, più o meno diretto, con la criminalità organizzata: un’analisi accurata e completa della spesso ignorata importanza e responsabilità delle donne nel mondo dell’illegalità e in quello del contrasto ad essa.

L’attività che ne è seguita ha visto protagonisti gli attori Flavia Lo Nigro e Carlo Tosi che, accompagnati dal chitarrista Alberto Corsi, hanno interpretato testi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La lettura, coinvolgente e drammatica, documentava l’ambiente ostile, pesante e apparentemente silenzioso in cui questi grandi magistrati si sono impegnati, hanno lavorato e, quando hanno preteso di scoprire troppo, sono stati uccisi.

L’ospite della serata è stata Antonella Mascali che, dopo la performance di lettura, ha avuto modo di presentare il suo libro “Le ultime parole di Falcone e Borsellino”, raccontando anche la sua esperienza di giovanissima giornalista del giornale I siciliani giovani e, attualmente, di giornalista de Il Fatto Quotidiano. «Da siciliana e da giornalista – racconta la Mascali -, posso dire di aver visto e sentito da vicino cosa vuol dire vivere in una terra impregnata e comandata dalla criminalità, e posso dire che non si vive male, anzi, si può vivere benissimo se te ne freghi». Dopo l’omicidio del giornalista Pippo Fava e il suo disonorante funerale, svolto senza la presenza di alcuna istituzione, compreso il sindaco di quel tempo, il quale non tollerava la parola “mafia”, Antonella e gli altri giovani “indignati” decidono di creare un giornale che avrebbe ricordato l’impegno del giornalista ucciso, chiamandolo I siciliani giovani. «Crescendo, ho anche avuto la grande fortuna di incontrare e conoscere Paolo Borsellino, la sua forza e il suo coraggio, poche settimane prima che venisse ucciso – continua la relatrice – e il mio libro è un omaggio a Borsellino, a Falcone, a coloro che sono stati uccisi, per poi essere fatti diventare eroi. Ma loro non volevano essere eroi, perché nessuno vuole morire. Penso che tutti noi dobbiamo vedere la nostra responsabilità in quello che è successo loro: sono stati uomini soli, tenuti nell’ombra, per giunta calunniati, criticati e sovraccaricati di responsabilità che non erano loro. E, sebbene si crede di aver imparato qualcosa da quegli anni, anche oggi la società sta ripetendo lo stesso errore, con le polemiche che stanno colpendo i magistrati di Palermo». Un aspetto che però sicuramente può incoraggiare, come ha fatto notare un intervento del pubblico, è la opportunità, attraverso la rete, di mantenere alta l’attenzione su questi attacchi, per permettere a chiunque di partecipare e esprimere la propria opinione. Conferma l’osservazione anche Eugenio Bonolis, referente del Coordinamento provinciale di LiberaVCO: «L’intera associazione di Libera pone le proprie basi sui collegamenti illimitati che offre la rete di internet, soprattutto attraverso i social network, utilizzati per promuovere iniziative, notizie e attività, come il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie».

Al termine della conferenza è stato offerto un aperitivo preparato esclusivamente con prodotti di Libera Terra, il marchio che unisce i prodotti realizzati dalle cooperative che hanno sede nei territori confiscati alle mafie, ormai sparse in tutto il Paese, e rese sempre più produttive grazie all’impegno e all’aiuto derivante da giovani e adulti italiani, sempre più numerosi, che fanno parte della «gran bella minoranza» di questo Paese.

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