Le scuole vanno a pezzi

di Camilla Cupelli

La scuola italiana naviga da tempo in cattive acque: tra riforme più o meno giuste, tagli ai bilanci ed edifici poco sicuri quello dell’istruzione sembra uno dei settori più in crisi del nostro Paese. Due anni fa, però, con una delibera della Gazzetta Ufficiale n°32/2010 del 14/09/2010 n.215, il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, ndr) ha annunciato l’erogazione di centinaia di migliaia di euro in favore di una serie di scuole italiane, tra le quali diverse nella Regione Piemonte, che necessitavano, e necessitano tutt’ora, di manutenzione straordinaria in materia di edilizia scolastica. 81 scuole piemontesi, tra le quali tre nella zona del Verbano-Cusio-Ossola, hanno fatto richiesta per ottenere questi fondi, senza successo.

L’iter che i fondi dovrebbero seguire sembra semplice: le scuole fanno richiesta, i fondi vengono inviati a Comuni e Province a seconda della competenza, e questi li mettono a disposizione delle suddette scuole. Il percorso, però, è ancora bloccato al primo stadio.

Nella provincia di Verbania l’Itis “Cobianchi”, Istituto di scuola superiore di secondo grado, dovrebbe ricevere 325.000 euro di fondi per la messa in sicurezza dell’edificio. Quando però proviamo a domandare loro se siano a conoscenza dell’esistenza di questi fondi, la risposta iniziale è negativa. Dopo aver contattato la Provincia, invece, ci segnalano che i lavori dovrebbero partire quest’estate. Nel contattare noi direttamente l’ufficio provinciale, però, riceviamo nuovamente una risposta sconcertante: «ad oggi non abbiamo ancora ricevuto la prima rata di acconto – segnala il geometra Simona Ferrini -, prima di pubblicare la gara d’appalto per affidare le lavorazioni ci siamo premurati di contattare il Cipe per avere un’indicazione sui tempi ai fine dell’erogazione del contributo ma non hanno saputo darci nessuna risposta». Insomma, sono tutti pronti, ma i soldi non ci sono.

Per quanto riguarda l’Istituto “Maggia” di Stresa, ipotetico destinatario di 100.000 euro, la faccenda è la stessa: la risposta della Provincia è sempre negativa, e la scuola ci conferma di non avere fondi a disposizione. Certo a breve dovrebbe nascere una nuova sede dell’Istituto, il che significa un grande appalto appetibile per molti: sarà dunque necessario monitorare la gara d’appalto al momento opportuno.

Diverso e anomalo è invece il caso della Scuola di istruzione secondaria di primo grado di Via Ceretti a Domodossola: il Comune ci segnala che sono stati stanziati per questa scuola 490.000 euro, dei quali 450.000 a carico del CIPE e 40.000 dell’Amministrazione Comunale. Anche qui i lavori dovrebbero iniziare in questi giorni, per interventi di manutenzione straordinaria. Di fatto però in tutto il Piemonte nessuna amministrazione ha confermato che i fondi siano arrivati nelle casse: probabilmente a Domodossola si inizieranno ad utilizzare gli stanziamenti dell’Amministrazione locale.

Il quadro regionale è sconcertante, e, come sempre accade, in Italia si attendono le tragedie: dopo il crollo del Liceo “Darwin” di Rivoli nel 2006, in cui perse la vita Vito Scafidi e molti suoi compagni rimasero feriti, era stato annunciato che si sarebbe sbloccata una tranche dei fondi. Al 15 di maggio la Provincia di Torino ci segnala però di non aver ricevuto ancora nemmeno un euro dei fondi promessi per questo liceo, fondi che hanno iniziato ad arrivare solo in questi giorni. Nel frattempo a Torino c’è stato un altro danno: all’Istituto “Colombatto” sono crollati dei pannelli del soffitto poche settimane fa, fortunatamente senza il coinvolgimento di feriti grazie all’orario extrascolastico nel quale è avvenuto il crollo.

A questo punto, non resta che attendere l’arrivo degli stanziamenti, per sperare che non esista più la possibilità di trovarsi in pericolo all’interno di un edificio scolastico, perché come ci ricorda la mamma di Vito Scafidi «non si può morire a scuola».

Da una ricerca svolta da Libera Piemonte, Acmos e Benvenuti in Italia

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