Terzo Raduno dei Giovani di Libera


di Camilla Cupelli e Silvia De Medici

Sono passati vent’anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio, da quegli anni pesanti e infuocati che hanno segnato la storia del nostro Paese. E vent’anni è l’età che hanno molti dei giovani impegnati in Libera, giovani che non hanno vissuto quei momenti tragici, che appartengono ormai ad un’altra generazione. Per tenere uniti questi ragazzi, indipendentemente dai loro territori d’origine, Libera ha scelto, tre anni fa, di organizzare un raduno dei giovani a livello nazionale: cinque giorni di impegno ed allegria, all’insegna di una preparazione comune ad un altro anno di resistenza civile.

Quest’anno la ricorrenza si terrà dal 25 al 30 luglio a Borgo Sabotino, in provincia di Latina. In questo territorio è stato costruito un Villaggio della legalità dedicato alla vittima Serafino Famà all’interno di un bene confiscato alla camorra, che è la sede delle attività di Libera sul territorio.

Il bene, sequestrato per abusivismo edilizio nell’aprile del 2011 per ordine del commissario prefettizio Guido Nardone, è stato devastato nell’ottobre dello stesso anno, durante la notte. In seguito all’atto vandalico, secondo gli esperti compiuto da molte persone e con chiaro intento intimidatorio, sono andati distrutti impianti e computer e sono state devastate a picconate le vetrate principali. Allora, il presidente di Libera don Luigi Ciotti, disse che «nessuno può pensare di vandalizzare e di fermare questo impegno delle tante realtà del posto che insieme con fatica, passione e responsabilità stanno realizzando percorsi di democrazia e giustizia sociale». A dicembre, un altro attacco: «La migliore risposta a questi attacchi la danno i tanti giovani che sono arrivati qui: tantissimi gli scout, da Nettuno, da Latina, da Roma». Con queste parole Antonio Turri, responsabile di Libera Lazio, commentava ancora le violenze arrecate ai danni del bene. A gennaio, poi, è stata depredata la sede operativa di Sabaudia: sono stati rubati volantini informativi sul bene confiscato ed un vecchio pc. Nessun oggetto di valore, insomma, ma il messaggio è stato come sempre chiaro.

Ecco l’importanza di ritrovarsi, per quest’anno, proprio su questo territorio: tutti i giovani attivi in Italia nella fittissima rete di Libera che hanno tra i 17 e i 30 anni si confronteranno per cinque giorni a suon di teatro e testimonianze, per dirsi ancora una volta che insieme si può fare. L’impegno quotidiano deve essere accompagnato dalla consapevolezza di un supporto interterritoriale, perché come ci insegna Luigi Ciotti, è il noi che vince.

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