“L’Italia sono anch’io”: l’utopia della cittadinanza

di Camilla Cupelli

L’Italia sono anch’io” è il nome della campagna per i diritti dei migranti che arrivano nel nostro Paese lanciata in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, per ricordare che anche chi arriva da altri luoghi ha contribuito, e continua a contribuire, alla crescita del nostro Paese.
I problemi che sono scaturiti in Italia a causa dell’attuale legge sulla cittadinanza (L.91 del 5 febbraio 1992) sono diversi, a cominciare dal fatto che i bambini nati in Italia da genitori stranieri non sono considerati cittadini italiani: nelle scuole del nostro Paese ce ne sono tantissimi, e ad essi non sono riconosciuti i diritti garantiti invece ai cittadini effettivi, nonostante siano nati e cresciuti sul nostro stesso territorio. Una Convenzione Europea del 1997 già richiedeva agli Stati di adeguare le proprie normative sulla cittadinanza in merito alle «persone nate sul territorio e ivi domiciliate legalmente ed abitualmente», ma l’Italia non si è mai adeguata. Da sempre anche il Presidente Giorgio Napolitano denuncia l’assurdità di questa legge, ma ancora non sono stati fatti passi avanti in materia.

Lo scopo della campagna, promossa a livello nazionale da 19 organizzazioni, tra le quali anche Libera, è duplice: oltre a garantire il diritto di cittadinanza a questi bambini nati in Italia, indipendentemente dalla provenienza dei genitori, si richiede il diritto elettorale amministrativo per gli stranieri che lavorano da almeno cinque anni nel nostro Paese. In Italia, infatti, le persone straniere rappresentano circa l’8% della popolazione, ovvero 5 milioni di individui, ed è ormai anacronistico fingere di non voler vedere la multiculturalità insita nella nostra vita quotidiana.

Il problema sollevato dalla campagna risulta molto delicato: nel Manifesto, infatti, si pone particolare attenzione al concetto di Nazione e nazionalità, sottolineando l’importanza dell’appartenenza ad una comunità «determinata dalla condivisione di percorsi di studio, lavoro o vita» piuttosto che la presenza fisica su un territorio in base a scadenze temporali.

Ma qual è la modalità con la quale promuovere queste richieste? Il Comitato Promotore si impegna a diffondere la campagna capillarmente sul territorio nazionale, coinvolgendo enti, associazioni e gruppi che vogliano aderire alla campagna ed impegnarsi quindi, a loro volta, a raccogliere le firme necessarie per dare gambe alle proposte. Su tutto il territorio nazionale hanno aderito moltissime Regioni, e nella rete di promozione sono inglobati anche piccoli gruppi che agiscono su territori circoscritti, aiutando a diffondere i temi della campagna.
http://www.litaliasonoanchio.it/

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