L’innocenza di Giulio alla quale non possiamo credere

di Camilla Cupelli

Giulio Cavalli è uno scrittore di teatro, che interpreta spettacoli di rilevanza sociale da molti anni, e che in seguito al suo tentativo di ridicolizzare la mafia è stato ripetutamente minacciato, tanto da essere sotto scorta da anni.
Giulio fa parte della rete per la protezione delle persone a rischio chiamata Salvagente, alla quale il nostro Presidio aderisce. Ecco perché non ci siamo persi il suo nuovo spettacolo L’innocenza di Giulio, portato in scena a Milano ad aprile. Lo spettacolo è strutturato a partire da un’ipotetica lettera che Cavalli scrive a Giulio Andreotti, perché non riesce a resistere alla tentazione di unire in un unico filo gli avvenimenti italiani che lo hanno coinvolto a partire dalla prima repubblica fino ad oggi, e non può scordare il verdetto, confermato in cassazione, che lo vede colpevole di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso almeno fino al 1980.
Colpevole.

Queste parole risuonano nei teatri in cui Cavalli si esprime, perché ancora troppe persone in Italia ritengono Andreotti la vittima innocente perseguitata dalla magistratura. Il magistrato Giancarlo Caselli ancora oggi rabbrividisce, come tutti noi dovremmo fare, quando ricorda al Paese che l’informazione manipolata ha giocato un brutto scherzo alla giustizia nel caso del Senatore. La verità che spesso si tace è che la sanzione non è stata applicata perché il reato è caduto in prescrizione, ma Adreotti è stato giudicato colpevole.

Cavalli tesse abilmente una trama fitta e desolante che rimanda alle zone d’ombra della storia del nostro Paese, partendo dai cugini Salvo fino ad arrivare ad Ambrosoli, e che vede Andreotti sempre più coinvolto e sempre più misterioso nei rapporti con la criminalità organizzata.

Andreotti, lo ricordiamo, disse che Ambrosoli “se l’era andata a cercare”, dichiarazione in seguito alla quale il nostro Presidio è uscito con un comunicato stampa che condannava questa visione distorta della realtà.

Questa e molte altre ambigue dichiarazioni del Senatore a vita mettono in scena un panorama della storia del nostro Paese veramente desolante, ma che è giusto conoscere.

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