Uomini che se la “vanno a cercare”

Dichiarazioni che fanno male.

Poche parole, di un significato chiaro e inequivocabile. Una frase riferita alla morte dell’avvocato Giorgio Ambrosoli – “è una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando”, Giulio Andreotti – che dopo le reazioni che ha suscitato, è stata subito chiarita perché sarebbe stata fraintesa.
La lingua Italiana con i suoi dialetti e detti, fa brutti scherzi. Un uomo che è stato sette volte Presidente del Consiglio e ha assunto altri numerosi incarichi Istituzionali di alto rilievo negli ultimi 60 anni della storia del nostro Paese, dovrebbe ben sapere quale importanza hanno le parole, quale è la loro valenza culturale ed educativa.

In questi giorni molti politici, giornalisti e scrittori sono entrati nel dibattito. Sono state dette molte cose a riguardo, forse non è il caso di aggiungere altro all’inciampo del nostro senatore a vita. Certo è che, in un Paese dove ci sono persone che lottano e sono morte per la legalità e per un’ Italia più giusta, un’ affermazione del genere ferisce profondamente.

Noi siamo il Presidio Giorgio Ambrosoli di LIBERA Verbania. Il nostro nome è tale perché tre anni fa abbiamo deciso di dedicare il nostro impegno nella lotta alle mafie, all’avvocato ucciso quella notte dell’ 11 Luglio del 1979. Noi di LIBERA siamo soliti dire che “senza memoria non ci può essere impegno”: forse in questi giorni abbiamo capito maggiormente perché. Non bisogna dimenticare il passato e non bisogna dimenticare quelle persone che hanno dato la propria vita in nome della legalità, della democrazia e del Paese. Quando leggiamo la lettera scritta da Giorgio alla moglie Annalori, quattro anni prima di morire, ci sorprende sempre come nel modo più sincero dichiari il suo amore profondo per il Paese.

Per questo ci è difficile ricordarlo come un uomo che “se l’andava cercando”. Preferiamo ricordarlo come un padre, come un marito, come un avvocato, come un servitore dello stato, come un esempio.
Un grande esempio per chi combatte in prima fila le mafie e il sistema tra corruzione e malaffare, e un grande esempio anche per tutti quei cittadini che cercano nella quotidianità di seguire principi e regole della legalità, della giustizia e della trasparenza, in nome del proprio ruolo (qualsiasi esso sia) e della propria responsabilità sociale e pensando alle generazioni future.

Forse l’espressione più giusta da dedicare a quest’uomo, è un semplice ma sentito GRAZIE.

Presidio Giorgio Ambrosoli

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